Antidolorifici e antidepressivi funzionano in modo diverso nella donna. E questo può essere un problema
Donne e uomini sono diversi anche nel modo in cui reagiscono ai farmaci. È il caso degli antidolorifici e degli antidepressivi che, secondo un nuovo studio, sono metabolizzati diversamente dalle donne rispetto agli uomini. I farmaci «unisex» possono creare problemi
ROMA – Le donne e gli uomini, che per molti sono come due pianeti a sé, in qualche modo lo dimostrano anche nel modo in cui metabolizzano i farmaci, e per come questi agiscono su di loro. I risultati di un nuovo studio.
Farmaci a taglia unica
Il perché donne e uomini metabolizzano in modo diverso i farmaci pare dipenda dai geni e dagli ormoni. E questo, anche se non lo si sapeva, può essere un problema. Lo è perché i farmaci spesso sono a ‘taglia unica’ o unisex, dato che in molti casi non sono stati studiati e sviluppati appositamente per le donne. «Oggi, quando si va dal medico e viene data una prescrizione, potrebbe non essere mai stata specificamente testata nelle donne», sottolinea la dott.ssa Deborah Clegg, principale autrice dello studio. Non si fanno differenze di genere (sessuale) perché si ritiene che un nuovo antidolorifico o un antidepressivo saranno ugualmente efficaci in entrambi i sessi. Ma un numero crescente di scienziati affermano che vi sono differenze genetiche che influenzano il modo in farmaci agiscono nell’organismo delle donne.
Un modello unico
L’unisex, quando si tratta di farmaci, non è dunque un modello da seguire. «Quasi tutte le ricerche di base, indipendentemente dal fatto che si tratti di modelli di roditori, cani o esseri umani – precisa Clegg – Sono in prevalenza condotte sui maschi. La maggior parte della ricerca è fatta con il presupposto che gli uomini e le donne sono biologicamente uguali». Ma così non è.
Gli ormoni cambiano le carte in tavola
Gli autori dello studio, pubblicato su Cell Metabolism, ritengono che dovrebbero essere condotti studi sui farmaci valutando gli effetti sia sui maschi che sulle femmine. La dott.ssa Clegg fa notare che uno dei motivi per cui le donne sono escluse dagli studi è per via dei livelli di ormoni – come gli estrogeni e il progesterone – che fluttuano durante il ciclo mestruale. Questo può avere un impatto negativo sullo studio e sui risultati, per cui i ricercatori utilizzano spesso gli uomini anziché le donne. «Sarebbe bello se ci fossero farmaci che sono stati specificamente testati e dosati in base al sesso», conclude Glegg.
- 16/10/2022 Uno spray nasale può trattare la depressione grave in tempi rapidi
- 05/12/2018 E’ vera depressione? Te lo dice un esame del sangue
- 03/12/2018 La stimolazione cerebrale allevia la depressione, un’alternativa agli psicofarmaci
- 14/11/2018 La tua attività cerebrale può influenzare il tuo umore