Champagne e Bourgogne patrimoni dell'Umanità dell'Unesco
Giusto quanto tardivo riconoscimento a due delle regioni vinicole che più di altre al mondo hanno contribuito alla civilizzazione e al progresso vitivinicolo
41 - E con questo sono 41 i beni francesi entrati nel novero del Patrimonio dell'Umanità dell' UNESCO. L'anno scorso toccò alle colline di Langhe, Roero e Monferrato ad entare nella lista del Worl Heritage Fund come patrimonio dell'Umanità, negli scorsi giorni medesima giusta sorte hanno avuto Champagne e Borgogna, la seconda delle quali è la fonte di ogni cultura primaria quanto si parla di vino, a partire dalla civilizzazione Cistercense, allargandosi alla vicina Champagne, dove l'uomo imparò a far nascere le bollicine nel vino.
VALORE AGGIUNTO - Al di là delle motivazioni culturali, morali, paesaggistiche e storiche, anche la capacità di creare valore aggiunto preservando la conservazione del territorio deve aver avuto il giusto peso ai fini del riconoscimento, che completa il tour tra i terroir più ricchi di Francia, perché anche Saint Emilion e Bordeaux avevano avuto questo riconoscimento qualche anno fa.
BONN - Decisione unanime quella presa da parte del comitato UNESCO settimana scorsa nella ex capitale della Germania Ovest; ad essere premiati i territori, la loro bellezza e la loro salvaguardia, perché sulla carta diventano patrimonio dell'Unesco solo i paesaggi ma è ovvio che a beneficiare di tanta attenzione e di tanto riconoscimento lo sono di conseguenza anche i vini, legati a doppio filo con tutto quanto li identifica. Per la Champagne il Comitato ha spiegato che si tratta dei luoghi dove è stato sviluppato il metodo champenoise, grazie alla riuscita sperimentazione della seconda fermentazione in bottiglia, dai suoi inizi, nel diciassettesimo secolo.
LA CHAMPAGNE - Sotto tutela andranno le colline intorno a Épernay e quella di Saint-Nicaise a Reims. Inoltre, ad Épernay, ci finirà anche la famosa avenue de Champagne, e cioè la strada dove si affacciano le più importanti maison. Era da otto anni che si attendeva questo riconoscimento, ha ricordato Pierre Cheval, presidente dell'Associazione Paysages du Champagne. Il giro d'affari dello champagne lo scorso anno è stato di 4,5 miliardi di euro con una produzione di poco più di 300 milioni di bottiglie, che significa un rapporto diverso tra bollicine italiane quando si parla di sorpassi, di volume ma non di valore intrinseco. Qualcuno stima che adesso il turismo potrebbe crescere del venti per cento, e ed ovvio che anche il valore medio del prodotto aumenterà ancora.
BORGOGNA - Anche la Borgogna, con il fare tipico di quelle parti, si allinea silenziosamente a La Champagne sul podio Unesco. Cote de Nuits e Cote de Beaune finiscono anch'esse sotto tutela. Qui a fare la differenza sono stati i microclimi che hanno fatto la straordinaria fortuna di piccole cantine che producono alcuni dei vini più celebrati al mondo. Migliaia di muretti, dietro i quali i medesimi vitigni - pinot noir o chardonnay - fanno nascere vini profondamente diversi. 1.247 climats diversi sono stati identificati, 1247 vini diversi, riconosciuti tali ormai da un migliaio di anni dai monaci Cistercensi. Prima o poi qualcuno se ne doveva accorgere.