Eventi a Torino, 11 cose da fare venerdì 2 febbraio
Danza, teatro, musica, arte e divertimento. Ecco cosa vi attende in città e come fare per non perdere gli appuntamenti migliori
TORINO – Spettacolo, danza, concerti, performance, incontri e molto altro. Ecco qualche consiglio per non lasciarsi sfuggire i momenti più interessanti del venerdì sera torinese.
Danza
Venerdì 2 febbraio, alla Lavanderia a Vapore, in scena «Bella addormentata». Viviamo in una società in continuo cambiamento alla ricerca della perfezione, che ci allontana sempre di più da noi stessi e dal mondo che ci circonda. Ognuno si crea il proprio immaginario, anche nel rapporto di amore, ed è questa la prospettiva attualizzata di questa versione di Tortelli della Bella. Addormentata ambientata nelle strade frenetiche di una metropoli, dove tutti sono sempre di corsa alla ricerca disperata di realizzare il loro sogno perfetto. Formato da giovani la cui età va dai 16 ai 21 anni l’ensemble Balletto di Toscana Junior, si impone nuovamente per il riconoscibile piglio con cui affronta palcoscenici sempre più prestigiosi. L’apertura a diversi autori ed esperimenti coreografici con un occhio privilegiato alla scena italiana e una progettualità capace di osare, rende ancor più interessante il progetto artistico dello Junior Balletto di Toscana.
Teatro e attualità
A Tantgram Teatro, venerdì 2 gennaio, in scena «Manuel & Miranda». Dopo i fatti di Charlie Hebdo, la questione della libertà di espressione e della satira sono tornate alla ribalta. Far ridere è un’azione potenzialmente letale. Artisti, politici, nani e bambini canterini, oggi vogliono tutti impressionare. L’intera comunicazione passa attraverso immagini shockanti, messaggi disturbanti, provocazioni studiate a tavolino. In questi tempi di modesta moralità e macabro spinto, «Manuel & Miranda» annuncia la sua piccola crociata disturbante e si cimenta in un piccolo esperimento teatrale sull’indignazione e il qualunquismo, che sembrano essere oggi le uniche forme di resistenza pacifica. Una famiglia di comici, marito, moglie e figlio sbarcano il lunario con del pessimo cabaret, usando il peggio del loro privato per far ridere; finiranno per rendere pubblico il disfacimento di un sistema di valori che loro malgrado rappresentano puntualmente. L’impegno sociale, la famiglia, le religioni, la politica, la condizione femminile, le questioni importanti sembrano aver perso ogni solennità: sono diventati i bersagli muti di battutacce crasse e crudeli, pretesti per ridere e farci ridere addosso. «Manuel & Miranda» è uno spettacolo sull’Italia di oggi e sulla comicità al tempo del regime della barzelletta. Il grottesco, il comico sono modi di mettere in evidenza le storture del costume, le aberrazioni della società, per rivelare le trame dei potenti, padreterni e tromboni. A differenza della tradizione tragica, che si riassume nello scontro inconciliabile fra la natura umana e quella divina; la tradizione della commedia gioca da sempre con aspetti della realtà che sono vicini all’esperienza di chi vi assiste. Nella commedia l’immedesimazione è diretta, il gioco dello specchio teatrale diventa più evidente, per questo più efficace e liberatorio.
Monologhi
Venerdì 2 febbraio a Bellarte, in scena «Malanova». «Malanova» è una cattiva notizia. Qualcosa che avresti voluto non sapere. «Malanova» è anche una ragazzina. La sua storia ce la racconta un giovane uomo, Salvatore, che ricorda di averle voluto bene e di averla ritrovata dentro a una storia di sconvolgente violenza. Salvatore attraversa a piedi piazze e i vicoli stretti, ascolta le donne parlare di matrimoni, partecipa alle feste e ai riti di sempre, ma si interroga sul rispetto e sull’onore. Rendendo tutti partecipi di quel sopruso. «Malanova» è il tentativo fatto a quattro mani da due autori teatrali, un uomo ed una donna, che hanno deciso di non nascondere la propria stessa fragilità, perfettamente in accordo nel voler trasformare la retorica della denuncia in una indagine al maschile, un’esplorazione edipica sulla responsabilità, sulla convivenza e sull’essere coinvolti, come esseri umani, in una trama di fondo che ci rende tutti ugualmente responsabili della vita degli altri.
La signora delle camelie
Venerdì 2 febbraio al Teatro Erba, in scena «La signora delle camelie». «Margherita Gautier è la più bella cortigiana della città conosciuta come, ‘la signora delle camelie’. Questi sono i fiori che lei teneva con sé quando si recava al teatro». Quando Armando conosce Margherita, durante una rappresentazione teatrale, ne è subito colpito, ma lei ride della sua infatuazione; sempre più affascinato da Margherita, le dichiara il suo amore, ma Margherita lo accetta solo a fronte di non dover dare spiegazioni sul suo vivere. Quando il padre di Armando viene a conoscenza della relazione del figlio, lo vorrebbe costringere a lasciare Margherita. «La signora delle camelie» da Alexander Dumas fils – adattamento, scene e regia Matteo Tarasco – musiche Mario Incudine – luci Luigi Ascione- produzione Gitiesse. Con Marianella Bargilli, Ruben Rigillo, Silvia Siravo e Carlo Greco.
Rap
Freschi dell’uscita della loro quattordicesima polaroid «Argentario», i due rapper prestati al nuovo pop «Carl Brave x Franco126» portano le loro istantanee a Torino con due date al Teatro Concordia di Venaria: venerdì 2 febbraio. Ad accompagnare sul palco i «Carl Brave x Franco126» c'è sempre la loro big band, per l’occasione impreziosita dall'inserimento di un secondo chitarrista e di un trombettista, per rendere il loro concerto ancora più denso di suoni e grondante groove. Polaroid è la raccolta di dieci istantanee che fermano il frammento di una storia, un attimo che non tornerà mai più uguale a se stesso, e proprio per questo fragile ed irripetibile. Sullo sfondo c’è sempre Roma, a scattare però non c'è una macchina fotografica, ma lo sguardo di «Carl Brave x Franco126», prima amici che musicisti, prima per strada che in studio.
Cantautori
Venerdì 2 febbraio all'Astoria, il nuovo progetto solista di Andrea Poggio, frontman dei Green Like July, «Controluce», arriva dopo tre anni di scrittura, registrato tra Milano e New York da Eli Crews (tUnE-yArDs). Il risultato è un disco pop (cantautorale) per come il pop andrebbe inteso: interessante, diverso, quasi sperimentale. Un pop paradossalmente di nicchia, ma che in questo paradosso trova davvero la sua dimensione ideale.
Classica contemporanea
La rassegna di musica contemporanea «Rai Nuova Musica», promossa dall'Orchestra sinfonica della Rai, si chiude venerdì 2 febbraio alle 20.30, all'Auditorium Toscanini con la prima esecuzione italiana di «At swim – two birds». Concerto per violino, violoncello e orchestra, del compositore francese Pascal Dusapin, considerato fra i più rilevanti di oggi, allievo di Messiaen, Xenakis e Donatoni. Il concerto è stato eseguito in prima mondiale lo scorso settembre al Royal Concertgebouw di Amsterdam dalla Radio Philharmonic Orchestra e dai solisti ai quali l’opera è dedicata: il violoncellista Matthew Barley e la celebre violinista russa Viktoria Mullova, artista acclamata in tutto il mondo sin da quando vinse nel 1982 la Medaglia d’Oro del Concorso Čajkovskij, cui fece seguito nel 1983 la sua nota e drammatica fuga dall’Unione Sovietica. I due solisti saranno protagonisti anche del concerto all’Auditorium Rai Arturo Toscanini, la cui direzione è affidata a Pascal Rophé, presenza frequente sul podio dell’OSN Rai, fra le bacchette più importanti per il repetorio del XX secolo e attualmente diretttore musicale e stabile dell’Orchestre National des Pays de la Loire. Chiude la serata Fire (In cauda IV) per quattro voci femminili (da definire) e orchestra, su testo di Jack Beeching, composto nel 1998 da Franco Donatoni, esponente di rilievo della nuova musica italiana della seconda metà del Novecento, frequentatore assiduo dei leggendari Ferienkurse di Darmstadt, oltre che docente di spicco.
Concerti al buio
Un tutto esaurito per la prima data del 2 febbraio e una nuova data, quella del 9 febbraio per i concerti al buio degli «Eugenio in via di gioia», che tornano live per due serate uniche all'Hiroshima Mon Amour di Torino. Con l'ironia che li contraddistingue, loro ci scherzano su: «non abbiamo la più pallida idea di che concerti saranno. Per ora sappiamo solo che inizieranno alle 22.36 precise, tutto il resto, sarete voi a deciderlo».
Rock
Al Blah Blah di via Po, venerdì 2 febbraio, «Fuzz Orchestra» unisce heavy rock e analisi critica della contemporaneità sovrapponendo alla materia musicale, fondata su chitarra, batteria e noise analogico, un livello narrativo costruito attraverso campioni audio provenienti per lo più dal cinema socio-politico italiano degli anni ‘60 e ’70, dando vita a vere e proprie «heavy soundtracks». Il nuovo album «Uccideteli Tutti! Dio Riconoscerà i Suoi», Woodworm Label (Mar 2016), narra storie di rivelazione, giudizio e scelta. Un percorso tra vari tipi di Apocalisse: storiche e sociali, personali e sacre. L'album presenta una nuova alchimia a livello compositivo: il materiale sonoro della «Fuzz Orchestra» si fonde con partiture di musica contemporanea composte da Enrico Gabrielli.
Incontri
Venerdì 2 febbraio, alle 17, la Scuola Holden ospita un incontro con Paolo Crepet e Oscar Farinetti, che dialogheranno prendendo spunto dall’ultimo libro di Crepet, «Il coraggio» (Mondadori). Paolo Crepet è psichiatra e sociologo. Ne «Il coraggio» propone a genitori, educatori e, in particolare, a quei «nativi digitali» che si accingono a esplorare la propria esistenza in una società ipertecnologica, un ipotetico «inventario» di alcune declinazioni di coraggio in vari ambiti dell’esperienza umana (il coraggio di educare, di dire no, di ricominciare, di avere paura, di scrivere, di immaginare, di creare…). Un inventario concepito come un’associazione di idee, un esercizio utile per stimolare adulti e non ancora adulti a ritrovare la forza della sfacciataggine e la capacità di resistenza che la vita ogni giorno richiede. Sarà a partire da questi temi che Paolo Crepet intesserà un dialogo con Oscar Farinetti, fondatore di Eataly, che in questa occasione guiderà l’incontro in quanto Maestro del CollegeBrand New, il percorso di studi della Scuola Holden dedicato alla narrazione aziendale. L’ingresso all’incontro è libero fino a esaurimento posti, per partecipare bisogna prenotarsi scrivendo a reception@scuolaholden.it o chiamando il numero 011 6632812.
Arte
Le Ogr di Torino, venerdì 2 febbraio, inaugurano il programma di Arti Visive del 2018 con Tino Sehgal, un progetto a cura di Luca Cerizza. L’artista anglo-tedesco conosciuto in tutto il mondo per le sue elaborate azioni collettive che sfidano le tradizionali relazioni tra arte e spettatore, già Leone d’Oro alla Biennale di Venezia 2013, torna per la prima volta in Italia con un progetto personale da lui appositamente pensato per il Binario 1 delle Ogr dopo aver realizzato la mostra nel 2008 con la Fondazione Nicola Trussardi e aver rappresentato la Germania alla Biennale di Venezia del 2005. Per gli ampi spazi delle Ogr Sehgal ha ideato una complessa coreografia che vede la partecipazione di più di cinquanta interpreti, pensata come un unico grande movimento in continua mutazione durante il corso della settimana. Da quello che Sehgal definisce come uno sciame di corpi, da una coreografia che presenta movimenti pensati appositamente per questa occasione, hanno origine, infatti, una serie di specifiche situazioni. In questa presentazione le singole opere dell’artista – considerate come entità discrete che possono essere separate tra di loro e dal processo della loro produzione – diventano scene o momenti, elementi che prendono forma temporaneamente in un gioco d’incontri che risponde a circostanze specifiche: il numero degli spettatori, il loro modo di interagire o il periodo del giorno in cui questi incontri avvengono. Negli spazi un tempo dedicati alla produzione pesante, espressione della prima rivoluzione industriale, il lavoro di Sehgal suggerisce nuove forme di produzione leggera basate sulla sola trasformazione dei comportamenti e non dei materiali. Attraverso queste «situazioni», Sehgal attiva una serie d’incontri e relazioni destinate a formare nuove comunità temporanee che riflettono quella che attraversa gli spazi dell’Ogr. Così facendo Sehgal ambisce a superare i modi di «separazione» su cui è basata la moderna nozione di opera d’arte e sul quale si fonda lo stesso pensiero occidentale: modalità di separazione che prendono corpo nel concetto stesso di individuo e sono nutrite nell’idea moderna dell’autonomia dell’opera d’arte.