27 aprile 2024
Aggiornato 02:30
L’impero della droga gestito da una famiglia

Pistole in pugno e blitz a sorpresa, arrestato il «narcos» di Pozzo Strada: viveva nel lusso sfrenato

Ricercato dal 2015 per narcotraffico internazionale, è stato intercettato in via Monte Ortigara dove viveva. Faceva la spesa al Carrefour, di notte. Padre e fratello rimangono latitanti in Brasile

TORINO - Per mesi è sembrato di stare su un set della celebre serie tv «Narcos». Appostamenti, indagini, auto di lusso e un covo insospettabile: un attico. La location? La Colombia di Pablo Escobar, come molti potrebbero pensare, è ben distante. Ci troviamo in via Monte Ortigara, nel cuore del quartiere Pozzo Strada. E’ qui che i carabinieri del Nucleo Investigativo di Torino hanno fermato Pasquale Michael Assisi, 30 anni, narcotrafficante. Non un soggetto qualsiasi, ma un latitante figlio di Nicola Assisi, uno dei maggiori broker di cocaina in tutto il mondo.

Il blitz a sorpresa
I carabinieri l’hanno fermato alla guida della sua auto nel garage di via Monte Ortigara 11, dove abitava. Pistole in pugno, auto a sbarrare le vie di fuga: un blitz veloce e rapido. L’uomo, nonostante fosse una delle persone più ricercate d’Italia, conduceva una vita normalissima e lussuosa. Un Mercedes fiammante, una moto di grossa cilindrata, un attico dotato di ogni genere di comfort: tv al plasma in ogni stanza, terrazzi, Sky, videogiochi e vestiti firmati. Il super latitante è stato anche denunciato perché trovato in possesso di una patente contraffatta. I carabinieri lo osservavano da tempo: il narcotrafficante si recava spesso al Carrefour di corso Monte Cucco, esclusivamente di notte, per fare la spesa.

L’impero della droga gestito da una famiglia
Ricercato dal 15 giugno 2015 per una condanna di 13 anni e sei mesi, il narcotrafficante era già riuscito a sfuggire a un blitz della Guardia di Finanza. Allora i militari trovarono 3,9 milioni di euro in una villa di San Giusto Canavese, ma di Pasquale Michael Assisi nessuna traccia. Il padre Nicola e il fratello Patrick rimangono latitanti in Brasile, dove continuano a gestire un impero della droga capace di muovere tonnellate di cocaina in pochi mesi: assodato il legame tra la famiglia e la ‘Ndrangheta calabrese. Si racconta addirittura che Nicola, padre di Patrick e Michael, abbia cambiato i connotati del proprio viso grazie a degli interventi chirurgici proprio per non farsi riconoscere.