18 aprile 2024
Aggiornato 21:00
Storie di Torino

Viaggiare su corso Francia con il trenino «tritatutto»

Un'innovazione ma anche un dramma, l'itinerario della morte che partiva dal centro di Torino e andava verso Rivoli che esordì il 31 ottobre 1914

TORINO - Corso Francia, da sempre centro nevralgico per lo spostamento dei cittadini e delle merci da e verso Torino, ha visto nel corso degli anni l’evolversi non solo della città ma anche (e soprattutto) delle abitudini dei torinesi. Un esempio? Pensate al metodo di spostamento: una volta per muoversi si era costretti a camminare per chilometri e chilometri, i più fortunati magari potevano utilizzare cavalli o carrozze. Poi con l’invenzione della ferrovia a vapore prima (nel 1871) e l’elettrificazione della linea poi (nel 1914) spostarsi divenne sempre più facile ma purtroppo non più sicuro. Non tutti conoscono la storia del «tritatutto».

Il «trinciatutto» di corso Francia
Era il 31 ottobre del 1914 quando l’incubo ebbe inizio. Privo di barriere, di segnalatori e di ogni sorta di protezione: il trenino, ribattezzato ben presto con il nome di «tritatutto» per l'alto numero di vite spezzate al suo passaggio, partiva dal capolinea di corso Francia 6 (dove attualmente si trova l’ufficio relazioni con il pubblico di GTT) in direzione Rivoli. Il suo itinerario della morte restò in servizio fino al 1955 anno in cui venne sostituita dai filobus di colore rosso che operarono fino al 1977 lasciando il posto agli autobus che conosciamo oggi.

Tra le tante vittime anche un giocatore del Torino
Non ci sono dati ufficiali su quanti tra pedoni, ciclisti e veicoli siano stati investiti dal «tritatutto»: tanti, troppi, tant’è che la sua soppressione fu accolta dalla gente come la liberazione da un incubo. Tra le molte vittime anche personaggi illustri come Giuseppe Maina, portiere del Torino dal 1935 al 1940, morto nel settembre del ’42 a 32 anni, travolto dal trenino mentre stava tornando in bicicletta a Rivoli, dove abitava.