Il Bicerin, la bevanda che tra gusto e tradizione scalda da secoli i cuori dei torinesi
Dal 2001 è riconosciuta come "bevanda della tradizione piemontese", ma la storia del Bicerin è secolare e unica. La ricetta originale è custodita con cura dal 1763 nell'omonimo caffè davanti al Santuario della Consolata
TORINO - Ogni torinese che si rispetti almeno una volta nella vita si è fatto ingolosire dalla bontà e dolcezza del Bicerin. Quanti però ne conoscono la storia secolare? Partiamo dal termine piemontese «Bicerin» che, come facilmente intuibile, significa «bicchierino». La bevanda analcolica (da non confondere con il liquore alla crema Gianduia) nasce nella seconda metà del ‘700 nel piccolissimo e omonimo caffè di fronte al Santuario della Consolata: di fatto è l’evoluzione della bavareisa (caffè, cioccolato, sciroppo e latte), molto in voga all’epoca. In poco tempo viene servito in altri locali della città, diventando presto uno dei simboli di Torino. Proprio nel 2001, visto lo straordinario successo, il bollettino ufficiale della regione Piemonte lo riconosce come «Bevanda della tradizione piemontese».
Il Bicerin, ricetta segreta e varianti
La ricetta è, ovviamente, segreta. O meglio, in realtà gli ingredienti sono conosciuti: cioccolato fatto in casa, caffè e fior di latte. Quello che fa la differenza tra il Bicerin originale e le altre rappresentazioni sono le proporzioni. I dipendenti dello storico locale custodiscono con cura ed estrema riservatezza i segreti della «bevanda dei piemontesi». Rispetto alla bavareisa, le differenze sono sostanzialmente due: nel caso del Bicerin la bevanda viene servita in bicchieri più piccoli e senza manico, con gli ingredienti serviti separatamente. Tre le varianti: pur e fior (il cappuccino), pur e barba (caffè con cioccolato), ’n poc ‘d tut (con gli ingredienti miscelati). Il tutto servito a temperature elevatissime, per «scaldare i cuori» dei torinesi.
Il Bicerin, bevanda apprezzata da tanti personaggi illustri
I personaggi illustri che si sono lasciati coccolare dalla dolcezza del Bicerin sono tantissimi: il Conte di Cavour, Alexandre Dumas, Silvio Pellico, Friedrich Nietzsche, Giacomo Puccini, Guido Gozzano e Italo Calvino. Figure così diverse tra loro ma accomunate dalla passione per la bevanda calda piemontese, unica nel suo genere soprattutto in quel periodo storico. Quello che stupisce del Bicerin è la capacità di confermarsi nel tempo. Parliamo infatti di una bevanda capace di sopravvivere, tra alti e bassi, a cavallo di quattro secoli: basta questo a spiegare la dolcezza e il calore inconfondibile del Bicerin.
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