20 aprile 2024
Aggiornato 06:30
Formula 1 | Gran Premio d'Austria

Ferrari, che domenica! Vettel sul podio e di nuovo in testa al Mondiale

Tra penalizzazioni e problemi al via, la gara allo Spielberg si era messa male per la Rossa. Ma è arrivato un secondo posto per Raikkonen e un terzo per Seb

Sebastian Vettel sul podio del GP d'Austria di F1 allo Spielberg
Sebastian Vettel sul podio del GP d'Austria di F1 allo Spielberg Foto: Ferrari

SPIELBERG – Una gara che sembrava a dir poco difficile, fra penalizzazioni e problemi al via, si risolve in un doppio podio per la Scuderia Ferrari, che torna in testa alle classifiche piloti e costruttori. Kimi Raikkonen secondo davanti a Sebastian Vettel, chi lo avrebbe mai detto alla vigilia? E il merito, oltre che dei piloti, è di un grande lavoro di squadra e strategia e di un progetto, la SF71H, che qui si è rivelato particolarmente efficace nella gestione delle gomme. «La vera notizia, oggi, è che ci sono sei motori Ferrari nelle prime dieci posizioni della gara – sottolinea il team principal Maurizio Arrivabene – E oltre a questo, siamo in testa sia nella classifica del mondiale piloti che in quella dei costruttori. Il risultato di oggi non è quello ideale, ma è decisamente utile. La squadra ha fatto un grande lavoro, a tutti i livelli, per rimediare a un sabato difficile con una gara nella quale il comportamento della vettura, la perfetta gestione delle gomme, le scelte di strategia e l’affidabilità hanno fatto la differenza. Il prossimo weekend, a Silverstone, sulla carta si presenta impegnativo, anche perché è la gara di casa dei nostri principali avversari; ma l’affronteremo con la consueta umiltà e determinazione».

Successo sfiorato
Kimi sulla griglia in terza posizione, lato sinistro. Sebastian, penalizzato al sabato, in sesta. Entrambi montano gomme ultrasoft. L’asfalto della pista sfiora i 50 gradi, non si era mai scaldato tanto nel weekend. Kimi attacca deciso, si porta in seconda posizione, ma va largo alla 3 e poi avvisa di un contatto da parte di una Red Bull e si ritrova quarto. Seb intanto ha dovuto anche lui allargare per evitare un incidente alla prima curva, perdendo terreno: ripassa subito Magnussen ed è settimo, poi si libera di Grosjean con un sorpasso al limite. Le due Ferrari aumentano un po’ il ritmo, dopo 12 giri esplode il motore di Hulkenberg e inonda la pista di olio alla prima curva. Kimi segna il passaggio più veloce, sotto il minuto e 9. Due giri dopo si ferma in pista Bottas per un guasto: si attiva la virtual safety car. La squadra ne approfitta per chiamare ai box entrambi i piloti e montare le gomme più dure (soft). La Red Bull copre la manovra, ma Kimi riesce a rientrare davanti a Ricciardo. La gara riprende e Vettel ripassa Magnussen. Le due SF71H sono terza e quinta, ma Kimi blocca in frenata e Ricciardo ne approfitta. Hamilton va ai box al giro 25, in uscita si ritrova fra Kimi e Seb. Dietro a Verstappen, ora al comando, ci sono quattro monoposto in altrettanti secondi. Sia Kimi, che insegue Ricciardo, che Hamilton dietro di lui, possono aprire il Drs, per attacco e per difesa. Siamo oltre metà gara. Dall’abitacolo, Kimi vede che la posteriore sinistra della Red Bull ha un problema di blistering. Anche dal remote garage di Maranello la situazione viene tenuta sotto controllo. Intanto Seb si avvicina a Hamilton, in zona Drs. Iniziano i duelli: Kimi attacca all’esterno in cima alla salita, poi passa Ricciardo che deve tornare ai box. E al 39° giro Seb passa Hamilton! Ferrari seconda e terza. Ora però bisogna salvare le gomme. Seb e Lewis fanno l’elastico, mentre Kimi davanti sembra a suo agio. Giro 53, la Mercedes deve di nuovo rientrare per montare, stavolta, la Supersoft al posto delle Soft. Rientra dietro Ricciardo, che subito dopo però accosta sul rettilineo box. Il ritmo delle Rosse non cala, mentre Kimi rosicchia un po’ di vantaggio a Verstappen. A sette giri dalla fine altro colpo di scena: si ritira Hamilton. Raikkonen forza il ritmo col giro più veloce (66°). Non è abbastanza per vincere, ma è la dimostrazione che «non mollare mai» non è solo uno slogan. «Alla partenza sono scattato bene, ma mi sono trovato fra altre due macchine e ho dovuto alzare il piede per evitare che mi venissero addosso, e ho sperato che riuscissero a vedermi – racconta Iceman – Così ho perso lo slancio, la velocità e la possibilità di attaccarli alla prima curva. È un peccato, perché altrimenti penso che avrei potuto passare al comando. Il primo giro è stato movimentato, poi la situazione si è calmata un po’. Oggi la gestione delle gomme è stata un fattore chiave: era difficile capire quando era il momento di spingere a fondo restando, allo stesso tempo, sul sicuro. Con i due treni di pneumatici ho fatto un po’ fatica all’inizio, per trovare aderenza e farli funzionare, ma poi le cose sono migliorate e alla fine avevamo gomme davvero buone. Ovviamente avevamo sperato di raggiungere Max, ma a quel punto forse era un po’ tardi. Oggi eravamo veloci, ma non è che ci possano dare più giri in gara… Naturalmente volevamo vincere, ci abbiamo provato in tutti i modi, ma non è stato abbastanza. Il fatto positivo è che, come squadra, abbiamo fatto un ottimo lavoro. È stato un buon weekend».

Controsorpasso mondiale
Il risultato più prezioso, però, è il terzo posto di Vettel che, con il contemporaneo ritiro di Hamilton, lo riporta al comando della classifica iridata: «Abbiamo fatto un bel lavoro e una buona gara – conferma il tedesco – Sono partito molto bene, ma alla prima curva c’è stata un po’ di confusione; ho cercato di recuperare, ma non avevo spazio e alla curva 3 ho perso diverse posizioni. Da lì, ho dovuto lottare per passare Renault e Haas, perdendo tempo. La macchina, comunque, era molto buona, avevamo un ottimo passo e non abbiamo avuto problemi con le gomme; anzi, mi sono trovato molto bene con i miei set di pneumatici, anche dovendo gestire le morbide per parecchi giri, il che dimostra i progressi fatti dopo Barcellona. Naturalmente sono contento dei punti e di questo podio, ma non soddisfatto al 100%, perché penso che oggi avremmo potuto ottenere anche di più, se non ci fosse stata la penalizzazione. La nostra macchina era l’unica che potesse competere con la Mercedes in termini di velocità, ma in più siamo stati affidabili e costanti».