26 aprile 2024
Aggiornato 04:30
Calcio | Nazionale

Milan, la sentenza Uefa ritarda ancora: c’è una ragione

Continua l’attesa snervante dei tifosi rossoneri, la tanto temuta squalifica europea tarda ad arrivare.

Il logo dell'Uefa
Il logo dell'Uefa Foto: ANSA

MILANO - I tifosi rossoneri possono mettersi comodi e rilassarsi ancora per oggi. Secondo quanto trapela, la tanto attesa sentenza dell’Adjudicatory Chambers dell’Uefa contro il Milan potrebbe slittare a domani o addirittura a mercoledì. Una netta incongruenza rispetto a quanto diffuso all’indomani della convocazione di Fassone e della delegazione rossonera a Nyon, il 19 giugno, quando sembrava che la decisione ufficiale e definitiva da parte dei vertici del calcio continentale potesse arrivare a strettissimo giro di posta. Invece si è passati dal rischio di slittamento a venerdì, poi lunedì, fino a questo ulteriore posticipo che darà un minimo di sollievo ai fans milanisti. Nessuno però pensi che questo ritardo possa voler dire cambio delle carte in tavola. Secondo quanto riportato da Sky Sport, l’ennesimo e non programmato ritardo nell’emissione della sentenza non è legato alle tante voci che si stanno registrando sul fronte delle trattative per la cessione societaria del club.

La ragione del ritardo
La ragione è da ricercarsi in un semplice e normale iter dell'organo europeo, particolarmente interessato a preparare un dispositivo della sentenza che sia a prova di critiche. Critiche che inevitabilmente si abbatteranno su Nyon, perchè la squalifica di un anno - o addirittura due - del Milan dall’Europa appare una decisione tanto sconcertante quanto forzata. Non che l’Uefa non abbia tutte le ragioni del caso, visto che le reiterate richieste di chiarimento inoltrate a Fassone sulla consistenza patrimoniale del proprietario Yonghong Li sono state sempre ignorate dall’ad rossonero, ma dal punto di vista strettamente legato al fairplay finanziario - l’unica ragione perchè il Milan è stato convocato a rapporto - il club di via Aldo Rossi non è in una posizione peggiore rispetto ad altri club, l’Inter ad esempio, che in passato sono stati sanzionati con il settlement agreement.