29 marzo 2024
Aggiornato 10:00
Calcio | Nazionale

L’Uefa rimanda Fassone: il problema del Milan è sempre lo stesso

Dopo oltre tre ore di riunione negli uffici dell’Uefa, in Route de Genéve 46 a Nyon, c’è moderato ottimismo in Casa Milan. Il documento di oltre 150 pagine presentato da Fassone è stato apprezzato, così come il dettagliato piano dei ricavi del club, ma restano in piedi le solite perplessità sull’entità patrimoniale del proprietario Yonghong Li.

Marco Fassone con Han Li e il presidente Yonghong Li al centro
Marco Fassone con Han Li e il presidente Yonghong Li al centro Foto: ANSA

MILANO - La partita tra Ac Milan e Uefa è destinata ad andare ai tempi supplementari. Dopo il primo tempo dell’incontro fissato a maggio, decisamente negativo per Marco Fassone rispedito a casa con perdite, e il secondo del meeting programmato ieri a Nyon, ancora non è ben chiaro quali potranno essere gli esiti di un verdetto particolarmente atteso e non solo in via Aldo Rossi. Le ragioni di una tale cautela da parte del Financial Body dell’Uefa, una commissione di sette componenti guidata dall’ex primo ministro belga Yves Letermeun, sono riconducibili al fatto che la concessione di un voluntary agreement, primo in assoluto nella storia del calcio europeo, farebbe di fatto giurisprudenza per tutti gli altri club in difficoltà. Logico quindi che dalle stanze ai piani alti degli uffici di Nyon si tenda a muoversi con i piedi di piombo per non prestare il fianco a possibili attacchi.

Moderato ottimismo
Tornando all’incontro di ieri, la delegazione del Milan, al gran completo con Marco Fassone amministratore delegato dell’Ac Milan, Han Li, executive director e braccio destro del presidente Yonghong Li, Marcus Kam, amministratore delegato di Milan China, oltre all’avvocato Leandro Cantamessa e Valentina Montanari, Chief Financial Officer, ha saputo offrire ai severi censori dell’Uefa tutte le risposte alle tante domande sul tavolo. O meglio, quasi tutte. 
È vero che l’amministratore delegato del Milan Marco Fassone è tornato in Italia accompagnato da un moderato ottimismo, anche dovuto al clima di trasparenza e al livello di approfondimento con cui si è svolto il confronto, ma è altrettanto innegabile che siano rimasti in sospeso alcuni punti ai quali non sono state offerte le risposte pretese dal Financial Body dell’Uefa.

Apprezzato il business plan
Andiamo nel dettaglio. Il business plan quadriennale del club di via Aldo Rossi presentato da Fassone è stato convincente, così come il nuovo piano di ricavi proveniente dalla Cina (30-40 milioni per il primo anno), decisamente ribassato rispetto alle fin troppo ottimistiche analisi presentato dal Milan nel primo incontro di maggio. Un progetto di pareggio di bilancio nel 2021 che è apparso credibile ai sette membri della commissione presieduta da Leterme.

I dubbi su Yonghong Li
Un po’ meno credibile invece è apparsa la posizione del presidente e club, l’uomo d’affari Yonghong Li sul quale si sa effettivamente ancora molto poco. L’impegno di Marco Fassone è fornire all’Uefa in tempi rapidi quello che ancora non è stato spiegato fin qui: informazioni più dettagliate sul numero uno rossonero, l’entità patrimoniale dei suoi beni e tutte le sue attività. Si sa che per la commissione la trasparenza è indispensabile per dare vita ad un progetto di voluntary agreement, quindi ora per il proprietario del Milan è arrivato il momento di togliere la maschera e svelare tutto ciò che ancora non è stato detto.

I possibili scenari
Tornando ai possibili esiti della riunione di ieri, in caso di ok da parte dell’Uefa (c’è tempo fino a Natale per una sentenza definitiva) la società rossonera potrebbe usufruire del voluntary agreement e non subire sanzioni sul mercato, né sulla composizione della rosa per la compilazione di un’eventuale futura partecipazione a coppe europee. Diametralmente opposti gli scenari in caso di risposta negativa: se da Nyon il piano di Fassone non fosse giudicato soddisfacente, entrerebbe in vigore il settlement agreement che costringerebbe il Milan ad un regime di minore libertà ed anche a possibili sanzioni (multe, vincoli sul mercato e perfino limitazione alla rosa) in caso di sgarro. 
A Milano cresce l’attesa per una decisione che potrebbe segnare il futuro del club.