29 marzo 2024
Aggiornato 15:30
La Rossa torna a vincere il GP di Monaco 16 anni dopo Schumacher

I due volti della doppietta Ferrari: Sebastian Vettel trionfante, Kimi Raikkonen imbufalito

Il campione tedesco ha potuto superare il suo compagno di squadra, involandosi verso la vittoria a Montecarlo, ritardando il momento del pit stop. Una decisione che non è piaciuta ad Iceman: «Di sicuro avevano i loro motivi, ma per me il secondo posto non vale niente»

MONTECARLO – La corona l'ha raccolta dal più illustre dei suoi connazionali, Michael Schumacher, che l'aveva calcata per l'ultima volta nel 2001. Esattamente sedici anni dopo, Sebastian Vettel riporta la Ferrari sul gradino più alto del podio a Montecarlo, la pista più famosa e mitica della Formula 1, al termine di una gara «molto, molto intensa», come lui stesso l'ha definita. In cui il suo primo avversario, una volta tanto, non è stato Lewis Hamilton, scattato dalla tredicesima piazzola in griglia e rimasto nelle parti basse della zona punti, ma il poleman, il suo compagno di squadra Kimi Raikkonen. «Speravo al via di partire meglio di lui, invece è stato bravo e non ho potuto fare nulla – ha raccontato il tedesco – Dovevo essere paziente. La prima parte di gara è stata davvero impegnativa, le gomme hanno iniziato a scivolare, e noi abbiamo incontrato del traffico. Gli inseguitori si stavano avvicinando».

La frustrazione di Kimi
Poi, però, è arrivato il momento del pit stop, che sulle strette e tortuose stradine del Principato rappresenta praticamente l'unica chance di superare. E Seb non se l'è lasciata scappare. Il primo a fermarsi ai box è stato proprio Raikkonen, e in quei tre giri in cui gli ha lasciato pista libera davanti a sé, il quattro volte iridato ha spinto come un forsennato, come se fosse stato in qualifica. «La macchina era perfetta e io ho dato il massimo, perché sapevo che quella sarebbe stata la mia unica opportunità per vincere. E sono riuscito a sfruttarla». Una strategia, quella di ritardare la sosta del tedesco, che qualcuno ha visto come un ordine di scuderia mascherato. E che di sicuro Kimi Raikkonen, il quale ne è uscito obiettivamente penalizzato, non ha mandato giù: «Non ha funzionato molto bene per me... – taglia corto Iceman, con un'espressione infuriata – Mi hanno richiamato ai box, tutto lì. Di sicuro avevano i loro motivi, ma non sta a me rispondere. Se penso che sia il momento giusto posso essere io a decidere di fermarmi, perché sono io che guido, ma noi lavoriamo di squadra e se inizi a non credere più a ciò che ti dicono i tuoi uomini, la situazione si fa molto complicata. Fatto sta che il team ha ottenuto la doppietta che voleva, ma quanto a me non sono contento del secondo posto. Non vale molto, avrei meritato di più».

L'esultanza di Vettel
Secondo Vettel, al contrario, nella decisione del muretto rosso non c'è stato nulla di premeditato. «Non potevamo programmare granché – sostiene lui – Il piano era quello di scappare via, ma Valtteri (Bottas, in quel momento terzo, ndr) aveva un buon passo. Ho visto che si è fermato ai box e Kimi ha risposto: io avevo ancora un certo distacco e non avevo niente da perdere, perciò ho spinto al massimo e in due giri mi sono sorpreso a recuperare tutto il divario e finire in testa». Forse la tattica lo avrà anche favorito, infatti, ma è stato anche grazie al suo passo gara impressionante se ha funzionato a dovere: «A quel punto ovviamente avevo il controllo della gara – prosegue – Dopo la ripartenza dalla safety car, con le gomme fredde, è stato davvero difficile. Tutti abbiamo faticato e Daniel (Ricciardo, ndr) ha addirittura sfiorato il muro alla prima curva del primo giro. Ma dopo un paio di giri ho ricominciato a crearmi un vantaggio». E così è arrivata una vittoria che vale triplo: per Sebastian, per la sua Ferrari che ha sfatato il lungo tabù monegasco, e per la classifica di campionato che ora lo vede davanti di ben 25 punti. Il jackpot del casinò di Montecarlo, stavolta, se lo è portato a casa tutto lui.