Sebastian Vettel: «Sì, la Ferrari è tornata». Ora può puntare al Mondiale?
La vittoria nel GP inaugurale ha proiettato la Rossa in testa alla classifica, e ha dissolto ogni dubbio sulla competitività della SF70H. Ora i tifosi iniziano a sognare il titolo, ma l'atteggiamento del tedesco non cambia: prudenza e realismo

MELBOURNE – Piedi per terra e testa bassa. È stato il mantra della Ferrari per tutto l'inverno, passato a lavorare sotto traccia in officina, senza più proclami e dichiarazioni roboanti come quelle dell'anno passato, poi puntualmente disattese. Tanto impegno e poche parole: è andata così anche nel corso dei test pre-campionato, quando la Rossa ha debuttato in pista con i migliori tempi. «Sono solo prove – minimizzavano a Maranello – Vedremo cosa succederà quando si farà sul serio». Ecco, il momento della verità è arrivato e Sebastian Vettel si è fatto trovare pronto all'appuntamento: vittoria già dal Gran Premio inaugurale della stagione.
Fiducia e realismo
Ora che il Cavallino rampante ha spezzato un digiuno di vittorie che durava da ben ventisette gare consecutive, in pratica un anno e mezzo, e che si è portato in testa al Mondiale di Formula 1 dopo tre stagioni di ininterrotto monologo Mercedes, tenere a freno le redini dell'entusiasmo è diventato sempre più difficile. Ma mentre i tifosi si concedono di tornare a sognare, dopo aver sopportato tante delusioni (e, in fondo, se sono meritati), in casa Ferrari il mantra non cambia. Piedi per terra e testa bassa. «Ad essere onesto non mi interessa pensare al Mondiale, non adesso – getta acqua sul fuoco il campione tedesco – Finora la mia carriera è stata piuttosto fortunata, ho vissuto delle buone gare e delle buone stagioni, ma sicuramente dopo il primo Gran Premio non è il momento per guardare alla classifica. Dobbiamo davvero andare un passo alla volta. È bello sapere di poter contare su una grande macchina, ma questo è solo l'inizio. Ha debuttato un nuovo regolamento, una nuova generazione di vetture, quindi assisteremo a grandi progressi. La Mercedes ha dimostrato sempre di più di essere la macchina da battere negli ultimi tre anni. Sappiamo che dispongono di un motore eccezionale, hanno fatto dei buoni passi avanti perciò noi ci riteniamo sicuramente i loro inseguitori, quelli che devono recuperare. Per oggi sono solo molto contento e, comunque vada a finire quest'anno, una prima vittoria non fa mai male».
Macchina vincente
È così che si comporta un vero leader: tiene alto il morale della squadra quando le cose vanno male ed evita di lasciarsi trasportare dalle illusioni ai primi risultati utili. Anche se la cabala sembra tutta a favore della Scuderia: l'ultima volta in cui si aggiudicò il successo a Melbourne fu dieci anni fa, nel 2007, con Kimi Raikkonen. Che a fine anno portò a casa anche l'ultimo titolo iridato. «Penso che per tutti noi questa sia stata una sorpresa positiva – prosegue Vettel – Ci siamo concentrati su ciò che dovevamo fare: ovviamente ci sono stati molti cambiamenti nel corso dell'anno passato, ma penso che in particolare nell'ultimo paio di mesi la situazione si è assestata e noi ci siamo limitati a fare il nostro lavoro. Ovviamente la rivoluzione ai vertici è stata importante, ma la gente è felice, lavora bene e gioca di squadra: questa è la chiave, non ci sono scorciatoie. Penso che abbiamo fatto la differenza quando abbiamo iniziato a concentrarci su noi stessi: solo così si può costruire una grande macchina come quella che ora abbiamo. Siamo veloci sul dritto, competitivi in curva e questo mi ha permesso di tenere testa a Lewis. La Mercedes era in vantaggio in qualifica, ma io sapevo di avere migliorato molto il bilanciamento rispetto alle prove libere, perciò in gara tutto poteva succedere. Volevo solo restare tra i primi e chiarire a tutti che abbiamo un ottimo passo. Ed è andata proprio così». Per ora, insomma, di certezza ce n'è una sola: la Ferrari è tornata. Per inseguire il Mondiale ci sono ancora altre venti gare di tempo.
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