Closing Milan: la strategia di Yonghong Li e il silenzio di Berlusconi
Tra i tanti punti oscuri di questa vicenda, l’aspetto che desta maggiore inquietudine è la totale assenza di logica nell’operazione finanziaria di SES: finora versati già 200 milioni (tra qualche ora saranno 300) senza alcuna garanzia in caso di fallimento della scalata al MIlan.

MILANO - Le immagini di un Silvio Berlusconi sereno e sorridente, impegnato in un evento politico di «Primavera Azzurra», hanno fatto il giro del web. Con l’unico e ormai inesorabile risultato di far imbestialire ancor più i tifosi rossoneri. Quel «Di Milan non si parla», pronunciato dalle sue guardie del corpo ai tanti tifosi rossoneri accorsi all’evento per avere un’illuminazione, ha il sapore rancido e muffoso della beffa, intollerabile per i milioni di tifosi sballottati a destra e a manca dalle vicende di un closing che pare sempre più una barzelletta.
Risposte necessarie
Quello che il presidente del Milan - o quello che ne è rimasto del glorioso condottiero che ha portato i rossoneri in vetta al mondo - non ha capito è che mai come adesso è arrivato il momento di prendere di petto la situazione e spiegare esattamente cosa sta accadendo nell’operazione che dovrebbe portare alla cessione del club: cosa c’è sotto, quasi sono i programmi e soprattutto a chi sta cedendo (o almeno provando a cedere) quella che un tempo era la sua creatura, la sua passione, la sua gioia.
Le prossime mosse
Ciò che riportano le cronache è una vicenda senza più capo nè coda, un mistero buffo che i milioni di appassionati tifosi milanisti non meritano. E che invece devono sorbirsi da mesi, costretti a deglutire bocconi di fiele ad ogni ipotetica - e poi miseramente fallita - chiusura delle operazioni.
Ad oggi, martedì 14 marzo, si attende entro la fine della settimana la nuova firma sul contratto in esclusiva che dovrebbe legare a doppio filo Fininvest e Sino-Europe Sports. Dopodichè sui conti Unicredit di Berlusconi arriverà la terza caparra da 100 milioni, a copertura di oltre il 57% dell’intero pacchetto azionario dell’Ac Milan e potremo ricominciare a segnare sul calendario la data più probabile per il closing (stavolta si ipotizza il 7 aprile o tuttalpiù il 14).
Quanti dubbi
Malgrado tutto questo restano tanti, troppi i misteri sul piatto. Innanzitutto chi è Yonghong Li? Appurato che delle tante potentissime aziende cinesi coinvolte inizialmente non ne è rimasta neppure una e che il frontman del consorzio Sino-Europe Sports è drammaticamente solo, come legittimamente si pensa di consegnare un pezzo di storia del calcio come il Milan - peraltro oggettino a dir poco costoso - nelle mani di un uomo d’affari dalla discutibile provenienza senza peraltro uno straccio di patrimonio identificabile?
La strategia di Yonghong
E di conseguenza la domanda che aleggia inquietante nel cielo di Milano: da dove arrivano e chi è che finora ha messo i 200 (tra qualche ora saranno 300) milioni già finiti nelle casse di Silvio Berlusconi?
Un interrogativo che rimbomba rumoroso e che fa il paio con un altro aspetto del tutto misterioso: quale scombiccherata logica imprenditoriale avrebbe indotto questo signor Yonghong Li a versare tutti questi soldi a Fininvest senza pretendere nulla in cambio se non una miserabile proroga di qualche mese? Ci rendiamo conto che se si dovesse arrivare al 7 aprile (o al 14) con qualche ulteriore impedimento e Silvio Berlusconi decidesse di fare marcia indietro e non accettare ulteriori ritardi, Sino-Europe Sports si ritroverebbe come per incanto senza 300 milioni di euro e con un pugno di mosche in mano? L’ennesimo sconvolgente mistero di una trattativa che più ingarbugliata non si potrebbe.
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