28 marzo 2024
Aggiornato 10:00
Calcio

Il commiato di Riccardo Cucchi, la voce degli ultimi 4 scudetti del Milan

Saluta uno dei radiocronisti più amati dello sport italiano, esempio di professionalità e competenza. I tifosi rossoneri associano a lui anche tanti trionfi degli ultimi vent’anni

MILANO - Ha salutato da San Siro, dopo Inter-Empoli 2-0 e dopo quasi quarant’anni di racconti, di parole mai banali e mai oltre la misura che il giornalismo impone. Riccardo Cucchi lascia a 64 anni quel microfono che è stato per lui non solo strumento di lavoro, ma anche diffusore di una passione per lo sport e per il mestiere di radiocronista che in pochi hanno saputo interpretare come lui. Esempio di estrema professionalità, di capacità linguistiche pressoché perfette, nonché di sobrietà nel racconto delle migliaia di partite narrate negli anni, senza urla, esaltazioni o enfasi che andassero oltre il lecito; prima voce di Tutto il Calcio Minuto Per Minuto per vent’anni, succeduto ad uno come Sandro Ciotti, del quale essere erede non era certo semplice, Cucchi ha raccontato calcio con uno stile inconfondibile, la voce calda e precisa, la totale assenza di inflessioni dialettali, la pronuncia semplice anche dei nomi più complicati, per fortuna mai tragicomicamente inventati o storpiati.

I successi rossoneri

I tifosi del Milan possono legare alla voce di Riccardo Cucchi numerosi trionfi, il più celebre dei quali è certamente la finale di Coppa dei Campioni che i rossoneri vinsero a Manchester contro la Juventus il 28 maggio del 2003 al termine di una serrata sfida ai calci di rigore che riportò la squadra di Ancelotti sul tetto d’Europa dopo nove anni, così come il 23 maggio 2007 quando assieme al compianto Livio Forma, lo stesso Cucchi accompagnò il Milan nella rivincita di Atene contro il Liverpool, settima Coppa Campioni della storia milanista. Ma non solo, perché Cucchi ha raccontato anche gli ultimi 4 scudetti vinti dal Milan: c’era infatti lui a San Siro il 28 aprile 1996 quando i rossoneri di Capello sconfissero 3-1 la Fiorentina conquistando lo scudetto numero 15 della storia milanista; c’era lui a Perugia il 23 maggio 1999 a celebrare il tricolore numero 16, vinto dalla squadra di Alberto Zaccheroni a spese della Lazio, proprio la formazione di cui l’ormai ex radiocronista è da sempre tifoso. E c’era sempre lui il 2 maggio 2004 a San Siro per Milan-Roma, sfida decisiva per laureare la compagine di Ancelotti campione d’Italia per la 17.ma volta, e c’era ancora lui, infine, il 7 maggio 2011 allo stadio Olimpico per Roma-Milan, la gara che sancì lo scudetto numero 18 del Milan di Allegri e Ibrahimovic, l’ultima gioia tricolore dei rossoneri. A Riccardo Cucchi, al di là dei colori, del tifo e delle maglie, il ringraziamento per tanti anni di emozioni narrate con la capacità di chi ha saputo far vedere agli ascoltatori ciò che non era visibile per radio; come lui stesso ha dichiarato, del resto, «ciò che deve fare un radiocronista è far capire sempre dove si trovi il pallone, affinchè l’ascoltatore immagini sempre il tipo di azione che si sta sviluppando». Una lezione semplice ma incisiva, come semplice e incisiva è stata la voce di Riccardo Cucchi in quasi quarant’anni di onoratissimo lavoro.