12 dicembre 2024
Aggiornato 14:30
Ancora patta

Scacchi, il mondiale si decide al tie-break

Attesissima, seguita con emozione da centinaia di spettatori a New York e a oltre sei milioni di internauti (molti hanno anche pagato per seguire la diretta tv in streaming sul sito del campionato), la dodicesima partita della sfida, come nove delle altre 11, è finità con una patta.

Scacchiera
Scacchiera Foto: Shutterstock

NEW YORK - La dodicesima e ultima partita ufficiale del campionato mondiale di scacchi tra il detentore del titolo Magnus Carlsen e lo sfidante Sergei Kariakin è finita con l'ennesima patta e ora il titolo sarà deciso con un tie-break mozzafiato mercoledì 30, quattro partite semirapide per incoronare il nuovo numero uno del gioco dei re.

Attesissima, seguita con emozione da centinaia di spettatori a New York e a oltre sei milioni di internauti (molti hanno anche pagato per seguire la diretta tv in streaming sul sito del campionato), la dodicesima partita della sfida, come nove delle altre 11, è finità con una patta, ribadendo la sostanziale parità tra i due duellanti (e già questa è una sorpresa considerato che i pronostici della vigilia vedevano lo svedese Carlsen nettamente favorito sul russo).

Il regolamento adesso prevede un'ultima sfida delicata e complicatissima. Per cominciare sono in programma quattro partite semi-rapide. All'inizio di ogni incontro ogni giocatore avrà a disposizione 25 minuti d'orologio per mossa contro le tre regolamentari. In caso di perdurante parità ci saranno due manches supplementari in formato «blitz» (cinque minuti d'orologio) e quindi altre otto sempre in formato blitz. Infine, extrema ratio, una partita «a morte immediata».

Si avvicina così alla conclusione il match di scacchi forse più seguito degli ultimi decenni, con un ritrovato clima da guerra fredda a fare da sottofondo politico alla battaglia.

Già alla vigilia del match, il capo della federazione russa degli scacchi aveva apertamente evocato la grande epoca del "gioco dei re", quando nel '72, in piena guerra fredda, il duello tra Bobby Fischer e Boris Spassky catturò l'attenzione del mondo.

«Vogliamo resuscitare la febbre degli scacchi di quell'epoca. Allora la sfida era Unione Sovietica contro Stati Uniti. Oggi sono gli Usa, l'unione Europea e le loro sanzioni contro la Russia» aveva detto a sua volta alla vigilia del match Kirsan Iliumzhinov, presidente della Federazione Internazionale Scacchi (FIDE).

Toni di sfida che avevano riverberato anche nelle parole due due sfidanti. Alla vigilia dell'incontro Kariakin era stato molto netto. Carlsen, aveva detto, "dovrà dimostrare di essere migliore di me. Posso batterlo contrattaccando, è il mio piano".

La situazione geopolitica del momento, con le gravi tensioni tra la Russia e l'occidente sulle crisi ucraine e siriane, pesa senz'altro sullo scontro, anche considerata la figura di Kariakin, originario della Crimea e apertamente favorevole all'annessione della penisola alla Russia.

Ucraino di nascita, naturalizzato russo, Kariakin è diventato a 12 anni il più giovane maestro internazionale della storia precedendo in questo record proprio Carlsen (che grande maestro è diventato a 13 anni).

Per la cronaca, sinora Carlsen e Kariakin si sono incontrati 27 volte e in sole due occasioni il russo ha avuto la meglio.