Hamilton, una vittoria scaccia-mostri: «Ho tremato fino al traguardo»
Era dal luglio scorso che Lewis non riusciva a salire sul gradino più alto del podio. E anche nel Gran Premio degli Stati Uniti ha tenuto il fiato sospeso: «Negli ultimi giri avevo paura di risentire quel maledetto suono della Malesia...»

AUSTIN – Sembrava diventata una vera e propria maledizione quella della cinquantesima vittoria in carriera per Lewis Hamilton. Dal luglio scorso, quando si era aggiudicato il suo ultimo Gran Premio in Germania, era bloccato a quota 49. In mezzo ci sono stati tanti suoi errori, specialmente in partenza, ma anche dei semplici colpi di sfortuna, come il mese scorso in Malesia, dove fu tradito dall'esplosione del motore al termine di una gara dominata al pari di quella di oggi. Con in mente ancora tutti gli spettri di questi precedenti poco promettenti, il campione del mondo in carica ha tenuto il fiato sospeso fino alla bandiera a scacchi: «Oggi è stata una gara comoda – racconta – ma per tutto il Gran Premio sono rimasto preoccupato che la macchina non ce la facesse. Fino al traguardo avevo paura della stessa cosa, di risentire quel maledetto suono che avevo sentito in Malesia. Sono così felice che la vettura sia arrivata alla fine».
Rimonta, ma non abbastanza
Tornando sul gradino più alto del podio, insomma, il pilota anglo-caraibico ha potuto finalmente tirare un sospiro di sollievo, liberandosi da una pressione che portava addosso ormai da settimane, e che nei momenti di maggior nervosismo aveva perfino lasciato esplodere pubblicamente in deliranti accuse di complotto. L'unico pegno pagato alla malasorte nel GP degli Stati Uniti, semmai, è stata la virtual safety car seguita al ritiro di Max Verstappen, che ha aiutato la strategia del compagno-rivale Nico Rosberg aprendogli le porte del secondo posto, che aveva perso pasticciando (stavolta lui) al via. Come dire che Lewis ha potuto recuperare qualche punto in classifica mondiale, ma a tre gare dalla fine ne ha comunque ben 26 di distacco, che consentirebbero al tedesco di laurearsi campione anche con tre secondi posti. Hamilton, dunque, non può permettersi di fare calcoli: solo di dare sempre il massimo da qui al termine della stagione. E di incrociare le dita: «Mi concentro solo a fare il miglior lavoro che posso, al meglio della mia abilità – spiega – Spero di fare sempre meglio in ogni weekend e di viverne altri come questo, sarebbe grandioso. Rosberg è molto più tranquillo di me per l'affidabilità, a lui sta andando tutto bene. Perciò non mi resta che continuare a fare la mia parte e sperare per il meglio».
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