28 marzo 2024
Aggiornato 09:00
L'analisi del pilota della Honda

Marc Marquez: «Il mio rivale numero uno è Valentino Rossi»

Il leader del Mondiale MotoGP si confessa all'inizio della lunga pausa estiva: «Campionato già vinto? No, il Dottore è più forte dello scorso anno. E nella seconda metà della stagione potrei commettere gli stessi errori che ha fatto lui»

Valentino Rossi davanti a Marc Marquez in pista
Valentino Rossi davanti a Marc Marquez in pista Foto: Yamaha

ROMA – Guai a cantare vittoria troppo presto. Marc Marquez arriva al giro di boa della stagione 2016 di MotoGP, e si gode le meritate ferie estive, tenendo saldamente in mano il comando della classifica, con un comodo vantaggio di 48 punti su Jorge Lorenzo e 59 su Valentino Rossi. Ma il campione di Cervera sa bene che, proprio perché l'annata è solo a metà, il margine accumulato nella prima parte potrebbe ancora perderlo nella seconda. «Inizio la seconda parte della stagione con questo vantaggio – analizza Magic Marc ai microfoni della televisione spagnola Rtve – Ma ora c'è un'altra metà di campionato in cui ci sono gli stessi punti a disposizione. E potrei commettere gli stessi errori che hanno commesso i miei rivali, perché se ci sono caduti piloti del livello di Rossi e Lorenzo potrei farlo anche io. Mancano ancora molte gare, alcune potrebbero essere sotto la pioggia come in Inghilterra, Giappone e Malesia. E basta cadere una volta per perdere 25 punti e riaprire la lotta per il campionato. Perciò nei bar la gente dice: 'Il ragazzo ce l'ha già fatta', ma non è così. Questo ragazzo non ce l'ha ancora fatta...».

Più maturità
Soprattutto, l'errore che il pilota della Honda non intende fare è quello di sottovalutare i suoi due avversari della Yamaha: «Vedo un Rossi molto forte – ammette lo spagnolo – Forse l'anno scorso Lorenzo sembrava il più veloce in pista e Valentino il più costante. Quest'anno, invece, Rossi è più forte, penso che abbia più velocità, per i motivi più vari, dal cambio di fornitore di gomme a tutto il resto. Entrambi sono in lotta, perché anche Jorge ha un distacco molto ridotto. Non sarebbe la prima volta in cui cade e poi vince cinque Gran Premi di fila». Ma il principale punto di forza che il due volte iridato ha messo in mostra quest'anno gli deriva proprio dalla sua costanza di rendimento, dalla sua capacità di commettere meno errori dei rivali. Merito di un cambio di mentalità: «Due anni fa per me ogni domenica era una finale e ogni volta in cui non vincevo era un fallimento. Ma l'anno scorso ho imparato la lezione e ho capito che, al di là delle singole battaglie, alla fine quel che conta è chi vince la guerra. E la guerra è il campionato. Quindi ho iniziato questa stagione con una mentalità vincente, per lottare ad ogni gara».

Gioco di squadra
Le ultime parole dell'intervista, Marquez le dedica alla sua squadra: «Ho sempre detto che la MotoGP sembra uno sport individuale, perché in televisione compare il volto del pilota, ma dietro ci sono una squadra, una fabbrica, una moto che deve essere messa a punto al meglio. La vittoria in Germania è stata merito degli strateghi: curare ogni dettaglio prima, durante e dopo la gara vale 25 punti d'oro per il campionato. Dico queste parole per motivare il team, per creare spirito di squadra. Quando sono io a sbagliare, faccio autocritica, ma quando sbaglia la squadra, è meglio non criticare, ma parlarne faccia a faccia a lungo. Altrimenti si mette addosso a loro più pressione, invece serve che i tuoi ragazzi siano tranquilli. Io ho fatto sempre così: non per merito mio ma della mia famiglia e delle mie prime squadre che me l'hanno insegnato. Quando sbaglio, non ho problemi a prendermi la colpa, ma quando si vince, si vince tutti insieme».