Ora basta polemiche: ridateci il motociclismo
L'appello del nostro Paolo Beltramo a tutto il mondo delle due ruote, dai piloti ai giornalisti, passando per i semplici tifosi: mettiamo un punto all'avvelenato finale mondiale della MotoGP. Solo così potremo ritornare a parlare solo di sport
MILANO – A Pesaro, provincia di Tavullia, nelle Marche per dire di smetterla, di darci un taglio usano un’espressione che mi piace molto: «Fa' basta!». Sì, proprio così: facciamo basta. Tutti: piloti, giornalisti, blogger, sponsor, opinionisti, conduttori tv, tifosi, appassionati. Questo Motomondiale è malato e soltanto con un po’ di tranquillità, di silenzio sulle polemiche può guarire. Uscire da quella zona d’ombra nella quale è stato spinto dal dualismo esagerato Rossi-Marquez, dalle dichiarazioni di Jorge Lorenzo, da tutto il casino che ne è conseguito, sarà possibile soltanto se ci diamo una forte calmata generale.
Tanti colpevoli, nessun innocente
Vorrei che le corse, il Motomondiale tornassero sotto la luce, quella che li illuminava, forte e bella, fino alla settimana tra Australia e Malesia. Secondo me ha ragione Rossi ad essersi sentito attaccato in modo esagerato, antisportivo. Ma è caduto nella provocazione, nella rete che Marquez gli aveva teso. Per motivi di predominio, di conquista del ruolo di capobranco, di maschio alfa, di antagonismo cresciuto ed esasperatosi col tempo, di sorrisi finti. Lorenzo ha vinto il Mondiale e nessuno può dire che non sia un campione degno, che non sia fortissimo, che non abbia, alla fine, meritato. Ma poteva (secondo me doveva) avere un comportamento più signorile, più distaccato. Godersi il suo titolo e non infilarsi con forza e determinazione in una polemica che alla fine poteva non riguardarlo direttamente. Invece ha voluto entrarci e lo ha fatto in modo inelegante, rozzo, poco signorile.
Fuori controllo
Ha trasformato un antagonismo già molto esasperato tra due piloti in una questione tra Italia e Spagna (in questo aiutato dai due primi ministri Renzi e Rajoy…), tra i giusti e il dittatore... Ha esagerato, e adesso è uno (Rossi) contro due (Marquez-Lorenzo), con tutti i problemi che queste alleanze e questi contrasti comportano e comporteranno anche per lui. E per la Yamaha che lo paga. Quello che si è comportato con maggiore, ammirevole signorilità è stato Dani Pedrosa che a Valencia è quasi stato buttato fuori dal suo compagno per non permettergli di andare a vincere ed è stato zitto anche se era incavolato nero.
Quando i soldi uccidono lo sport
Certe questioni andavano risolte prima che ingigantissero, da un potere che c’è, ma non si occupa più di sport, che gestisce un business, uno show e non coglie gli allarmi, i segnali, le tensioni, le evidenti anomalie come quella della conferenza stampa a Sepang e quindi non riesce, anzi, non prova neppure a metterci rimedio. Perché non capisce, non ragiona più come un appassionato, ma come un padrone, un venditore, un gestore. Di qualcosa, però, che non è soltanto sua perché ha pagato e comprato, ma che ha un’anima, una storia, milioni di appassionati e che, a ben guardare, non appartiene a nessuno, ma è di tutti: il motociclismo, il suo sport, le sue leggende, la sua bellezza… Lo dico a tutti: ridateci indietro il nostro sport.
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