19 aprile 2024
Aggiornato 06:00
Inizia il Gran Premio del Messico

Il debutto su «una pista pazzesca, da go-kart, anzi da rally»

Prima giornata di prove libere della Formula 1 sul rinnovato tracciato messicano, che mancava dal Mondiale da 23 anni. E piloti e squadre hanno le loro difficoltà a prendere le misure del circuito, tra bassa aderenza e alte velocità

CITTÀ DEL MESSICO – Per tutte le scuderie della Formula 1, il venerdì del Gran Premio del Messico è stata una giornata di prove libere diversa dalle altre. Il primo obiettivo, infatti, non è stato quello di mettere a punto le monoposto, ma di scoprire l'autodromo Hermanos Rodriguez, tornato nel calendario del Mondiale per la prima volta dopo 23 anni e in una veste del tutto rinnovata. Il primo a rimanere sorpreso dalle caratteristiche del tracciato è stato proprio il neo-campione del mondo Lewis Hamilton, che non si è trovato da subito a suo agio, chiudendo al quarto posto dopo essere stato protagonista di due testacoda. «Una pista scivolosa, pazzesca – la definisce il tre volte iridato – perché l'altitudine è così elevata che l'aderenza è ancora inferiore rispetto a Monza, ad esempio. Continuiamo a scivolare e nelle zone lente sembra una pista da go-kart». O da rally, come l'ha definita uno che se ne intende: il ferrarista Kimi Raikkonen, che nel Mondiale su sterrato corse per due stagioni durante la sua assenza dalla Formula 1. «Si scivola così tanto che mi sembrava di correre di nuovo nei rally – ha confermato il finlandese – Ovviamente, man mano che giriamo, le condizioni di aderenza miglioreranno, ma anche in gara la pista sarà più impegnativa del solito».

Manca l'aria
Chi non sembra aver avuto problemi a prendere le misure del nuovo circuito è Nico Rosberg, che ha chiuso il venerdì in cima alla classifica. «È vero, sembra una pista da go-kart, piena di curve lente, ma per questo mi ricorda la mia gioventù, è un'esperienza unica», sorride il tedesco. La principale sfida, ad un'altitudine di 2.200 metri sul livello del mare, è quella dell'aria rarefatta: che da un lato consente di montare alettoni carichi come a Monaco per via della bassa resistenza aerodinamica, ma dall'altra agevola il raggiungimento di velocità massime elevatissime (per lo stesso Rosberg oltre 360 km/h, più che nel tempio della velocità di Monza), mettendo dunque a dura prova i freni. Come ha scoperto proprio l'alfiere delle frecce d'argento: «I freni arrivano davvero al limite – ha confermato – Se li si raffredda di più, si perdono prestazioni e carico aerodinamico». Quanto alla Ferrari, il suo inizio è stato graduale, con il quinto e il sesto posto alle spalle sia delle Mercedes che delle Red Bull. «Siamo ragionevolmente contenti di come sia andata la giornata – racconta Sebastian Vettel – a parte la pioggia finale che ha fermato le simulazioni di gara. Ma sono sicuro che domani potremo fare dei buoni miglioramenti e trovarci in un'ottima posizione».