Lo scandalo Volkswagen travolge anche la F1
Il colosso tedesco dell'automobile era ad un passo dall'acquisizione della Red Bull. Poi è arrivato il ciclone delle emissioni truccate, e l'accordo «sembra andato in fumo», confessa il team principal Christian Horner. Così si fa avanti lo spettro del ritiro
ROMA – Lo scandalo Volkswagen, che sta terremotando in queste settimane tutta l'industria dell'automobile, rischia di far sentire i suoi effetti devastanti anche in Formula 1. Perché se è vero che nessuno dei tanti marchi del gruppo tedesco corre nei Gran Premi, ormai da molti anni, nell'ultimo periodo si stavano seriamente ponendo le basi questo storico ritorno. Il colosso teutonico era infatti vicino a stringere un accordo per acquisire la Red Bull Racing e trasformarla in una scuderia Volkswagen di Formula 1: con tanto di motore e telaio realizzato in casa dai tecnici di Wolfsburg, mentre l'azienda produttrice di bibite energetiche sarebbe rimasta solo nella più tradizionale veste di sponsor. Occorre parlare al passato, però, perché proprio questo fine settimana, interrogato al riguardo, il team principal della Red Bull Christian Horner si è lasciato sfuggire che l'accordo «sembra andato in fumo». Il che non va interpretato come un fallimento completo e definitivo delle tratative, ma come un repentino cambio delle priorità di casa Vw. Nel bel mezzo dello scandalo, con la rivoluzione dei vertici in atto e il crollo nel valore delle azioni in borsa, insomma, il consiglio di amministrazione ha ben altri problemi su cui concentrarsi e a cui dedicare le proprie risorse.
Braccio di ferro con la Ferrari
Dal punto di vista della Volkswagen, questa valutazione non fa una piega. Da quello della Red Bull, in compenso, pone non pochi problemi. La partnership con la Renault che portò le «lattine» a quattro titoli mondiali consecutivi è ormai affondata senza possibilità di recupero. E, senza poter più contare sull'appoggio di un grande costruttore, al team resta solo un'alternativa, quella di diventare cliente di un altro fornitore di motori, ovvero di uno dei suoi principali rivali: «Per come sono messi i regolamenti oggi, a meno che non si disponga di un motore Mercedes o Ferrari è praticamente impossibile competere – ha aggiunto Horner – E se non possiamo competere, dobbiamo porci il dubbio se abbia senso restare in Formula 1». Ma la Mercedes non ci pensa nemmeno a fornire i propri propulsori ad un potenziale concorrente per il titolo mondiale, mentre la Ferrari sarebbe disposta solo a cedere i propri motori 2015, ovvero una versione ancora più arretrata di quelli che fornirà a Sauber e Haas. «La situazione è piuttosto critica, perché al momento non abbiamo un motore per il 2016», conclude Horner. E se questa situazione non cambierà a breve, il rischio è di non vedere più una Red Bull in pista dalla prossima stagione. Tutta colpa dello scandalo Volkswagen...