25 aprile 2024
Aggiornato 12:00
I piani del Dottore per fine stagione

Vale, il clamoroso dietrofront: «Ora cambio strategia»

Gli errori tattici commessi a Misano per eccesso di prudenza lo hanno convinto a modificare l'impostazione delle sue prossime gare: «Non posso più permettermi di amministrare i miei 23 punti di vantaggio: andrò sempre all'attacco»

ROMA – La pioggia, le battaglie, gli errori strategici e infine la propizia caduta del rivale Jorge Lorenzo. La gara di casa a Misano non è certo andata come sperava Valentino Rossi. Ma, nonostante la prestazione più appannata dell'anno, si è rivelata comunque decisiva per le sorti della volata mondiale. Sono in molti, infatti, a ritenere che con gli undici punti netti conquistati su 'Por Fuera' (frutto del suo quinto posto e della battuta a vuoto di quest'ultimo), il Dottore abbia fatto un passo avanti significativo verso il suo decimo campionato del mondo. Eppure, ancora una volta, è proprio lui, il diretto interessato, a richiamare all'ordine e al realismo tifosi e osservatori.

Questo vantaggio non basta
Ai facili entusiasmi Valentino preferisce i freddi calcoli. Che da un lato lo rassicurano, visti gli attuali 23 punti di vantaggio; dall'altro gli ricordano che Lorenzo, sulla carta, è in grado di vincere tutte e cinque le gare che mancano alla conclusione. Con un'ulteriore aggravante: la presenza di Marc Marquez come ago della bilancia, che rischia di togliere ulteriori punti al pesarese. «Per me, la situazione in campionato è questa – analizza – Marquez è lontano, ma finché non sarà matematicamente fuori, per me è ancora in lotta per il campionato. Dobbiamo considerarlo. Per quanto riguarda me e Jorge, sicuramente 23 punti sono un buon vantaggio a cinque gare dalla fine. Ma lui ha il potenziale per vincere ovunque. Questo significa che se inizio a pensare troppo al campionato posso perdere nove punti ogni domenica. E nove punti su cinque gare fanno più del mio vantaggio attuale». Il risultato di questi calcoli, dunque, è uno solo: vietato amministrare. Rossi sarà obbligato ad andare comunque all'attacco ad ogni Gran Premio: «Devo ancora cercare di arrivare davanti a Jorge», chiosa.

Stop alla prudenza
Un imperativo ancor più pressante nella sua mente dopo il Gran Premio di San Marino. Se il campione di Tavullia, infatti, ha mancato per la prima volta l'appuntamento con il podio davanti al suo pubblico è stato proprio perché ha commesso questo errore: ha ragionato non per vincere la gara, ma piuttosto per non rischiare di perdere punti in ottica mondiale. E dunque ha finito per giocare di rimessa, ritardando troppo il pit stop decisivo: «Per vincere avrei dovuto liberare la mia mente dal campionato – ammette a freddo – Invece ho preferito concentrarmi su quest'ultimo perché, se fossi passato alle gomme da asciutto, sarebbe bastato un punto della pista ancora umido per farmi cadere. Quella è stata una decisione molto difficile per me: quando sei in lotta per il titolo, è più arduo fare queste scelte senza rischiare troppo. I piloti che sono arrivati davanti a me, invece, non avevano nulla da perdere. E da questo punto di vista, per loro la decisione era più semplice».