25 aprile 2024
Aggiornato 19:30
Una nuova resurrezione rossa

Ferrari, il dt si difende: «Macché colpevole, devo finire il mio lavoro»

A chi lo aveva subito additato come responsabile del calo di prestazioni della SF15-T nelle ultime gare, James Allison risponde per le rime: «Sono qui per vincere e ci riuscirò. Nella seconda metà della stagione torneremo sotto alla Mercedes»

MARANELLO – Evitiamo i giudizi affrettati. Sarebbe fin troppo facile puntare il dito accusatore verso il capro espiatore più ovvio della crisi Ferrari: il direttore tecnico James Allison. E, in effetti, molti a Maranello negli ultimi giorni sono ricaduti in questa vecchia abitudine, ricordando fra l'altro che il contratto del boss degli ingegneri scade tra meno di un anno e non è ancora stato rinnovato. Ma, al diretto interessato, questa lettura proprio non va giù, e a ragione. Se in gran parte a lui erano stati attribuiti i meriti della resurrezione rossa dell'inizio del 2015, infatti, oggi Allison non ci sta a finire sul banco degli imputati solo per un paio di Gran Premi in cui la crescita prestazionale della SF15-T è sembrata fermarsi.

Per sempre ferrarista
«Sono tornato in questo team per ripetere l'esperienza delle vittorie, che è una sensazione unica – ribatte il dt del Cavallino rampante ai microfoni di Autosprint – L'ho vissuta da giovane ingegnere e vincere cinque titoli mondiali fu incredibile». Allison, infatti, lavorò a Maranello per la prima volta all'età di 30 anni, prima di diventare uno degli ingegneri più rispettati della Formula 1 alla Lotus. «E la prospettiva di rivivere questi momenti nel ruolo che occupo oggi è qualcosa che volevo davvero fare, per una questione di cuore. Voglio restare qui finché non avrò finito il mio lavoro e se la Ferrari la penserà allo stesso modo sarò molto contento». Non si può nascondere, però, che nel suo nuovo ruolo di massima responsabilità nella Scuderia, la pressione è fortissima: «Ma ho sempre visto la pressione come un fatto positivo – insiste Allison – perché ti costringe a dare il massimo, a continuare a migliorare».

Presto si tornerà a crescere
E così è stato il 2015, un anno «positivo», almeno finora, di grandi miglioramenti: «Nessuno in questa azienda sarà contento finché non vinceremo, ma posso dire che questo gruppo è cresciuto moltissimo da un punto di partenza che non era il migliore. Siamo migliorati, ma abbiamo ancora molto lavoro da fare. Nella prima parte della stagione i nostri aggiornamenti arrivavano molto più velocemente di quelli della concorrenza e abbiamo ridotto il distacco. Poi abbiamo visto la Mercedes fare un grande salto in avanti a Montreal e il distacco è tornato a crescere. Ma se dovessi scommettere su ciò che accadrà nella seconda metà della stagione, penso che torneremo a ridurre la distanza dalla Mercedes e a stare davanti alla Williams». Le prestazioni appannate delle ultime gare, dunque, non devono dare adito ad alcun allarmismo: «Siamo un team con ottimi piloti, un budget significativo, tecnologie all'avanguardia: non abbiamo scuse. Dobbiamo lottare per la vittoria. E quando non funziona siamo tutti delusi. Chi lavora per la Ferrari sa che se non si vince probabilmente arriveranno i problemi. A Maranello tutti sanno che quando si decide di lavorare per la Ferrari ci si prende la responsabilità di dover costruire una macchina vincente. Penso che sarà sempre così».