Milan, altra batosta. Inzaghi: «È tutta colpa mia»
Il tecnico rossonero analizza la pesante sconfitta subito contro il Manchester City (5-1) che arriva a pochi giorni dall’altra battuta d’arresto patita dall’Olympiakos: «La società sa cosa mi serve, ma ora devo lavorare con questi uomini».
PITTSBURGH - Quattro gol subiti in 26 minuti devono rappresentare un rumoroso campanello d’allarme ed al Milan ne sono tutti consapevoli. Prima di tutto il nuovo tecnico rossonero, Filippo Inzaghi, che al termine della sonora disfatta contro il Manchester City, un 1-5 che non ammette repliche, si assume tutte le responsabilità per la pessima prestazione della squadra: «Le colpe sono mie e me le prendo. È evidente che dobbiamo migliorare in tante cose, ma stiamo lavorando da poco e veniamo da un ottavo posto. La società conosce benissimo le mie esigenze, sa quello di cui ho bisogno, però per il momento vado avanti a lavorare con questa squadra e quando saremo al meglio e avremo recuperato tutti sicuramente non saremo quelli di queste due partite».
È MANCATA LA CATTIVERIA - Il Milan visto contro il Manchester City però è sembrato con la testa da un’altra parte, non si è trattato solo di differenze di qualità tra le due squadre, anche perché il tecnico dei Citizens ha praticamente schierato una squadra imbottita di giovani e riserve. Di questo Inzaghi è consapevole ma la carica per tirarsi fuori da queste sabbie mobili è quella giusta: «Chiaro che un po' più di attenzione e di cattiveria la potevamo avere e starà a me pretenderne di più dalla prossima partita. Dobbiamo lavorare meglio in fase di non possesso ed oggi sono arrabbiato con me stesso perchè se la squadra è questa le colpe sono mie. Ora però ripartiamo, dobbiamo lavorare, ritornare presto a prendere meno gol. Insieme al mio staff ne usciremo».
BALOTELLI MI È PIACIUTO - Un pensiero finale dedicato a Mario Balotelli: «Ha fatto una buona gara, abbiamo chiesto a lui e tutti gli altri nazionali gli straordinari perchè sono arrivati solo lunedì. Ora bisogna farlo tornare in condizione in maniera graduale e portare lui ed il resto della squadra allo stesso livello».
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