18 agosto 2025
Aggiornato 21:30
Invasione di campo

Seedorf tenta il golpe, ma Galliani non vacilla. Il futuro dell’olandese è segnato.

L’intervista non concordata con la società indispettisce l’ad, ma non quanto ci si potesse attendere. L’olandese è sempre più precario sulla panchina del Milan che sta vagliando un licenziamento per giusta causa. L’obiettivo è risparmiare i 12 milioni da versare al tecnico fino alla fine del contratto.

Ormai al Milan c’è da aspettarsi di tutto. Ogni momento può essere buono per fare esplodere una bomba con effetti incontrollati, anche una piovosa e noiosa domenica di fine aprile, passata a guardare le altre che giocano, dopo la scoppola subita venerdì sera all’Olimpico contro la Roma.

Stavolta è stato Clarence Seedorf a minare la tranquillità, invero decisamente precaria, della scombinata combriccola rossonera. Ha convocato – non autorizzato dalla società - una troupe di Sky e la Gazzetta dello Sport, ed ha parlato.

La sensazione è che non abbia detto nemmeno il 20% di quanto avrebbe voluto dire, e questo sta a significare una sola cosa: il tecnico olandese al suo posto di allenatore del Milan ci tiene ancora, e tanto. L’alzata di testa contro le regole della comunicazione rossonera può spiegarsi solo con il disperato tentativo di salvaguardare la sua posizione, sempre più traballante sulla panchina rossonera. Ed infatti le prime parole pronunciate da Seedorf sono state chiare ed inequivocabili: «Non voglio il posto di Galliani. Non ho nessuna intenzione di diventare amministratore delegato, direttore generale o cos’altro. Io voglio solo fare l’allenatore del Milan. Ho un rapporto con lui che va oltre il calcio, ci siamo visti in Brasile anche con le famiglie. E poi lui mi ha dato grande fiducia e i suoi consigli sono sempre i benvenuti».

Zucchero e miele dispensati in abbondanza nei confronti del nemico dichiarato per cercare di attenuare i contrasti e magari mantenere in extremis il proprio posto alla guida del Milan.

La risposta di Galliani non si è fatta attendere. Al suo arrivo in via Rosellini, dove questa mattina era in programma il Consiglio di Lega Calcio, l’ad rossonero è stato intercettato dai giornalisti presenti ed interpellato sulle parole di Seedorf.

Chi si attendeva fuoco e fiamme è rimasto deluso. Galliani ha bacchettato il tecnico olandese per l’intervista non concordata, ma nemmeno poi tanto, quasi a confermare che ormai il nemico è stato sconfitto e non vale nemmeno la pena di infierire troppo: «Sulla vicenda di ieri, Seedorf ha fatto un'intervista non concordata e questo non va bene con i nostri regolamenti interni. Però non ha detto nulla di censurabile, quindi la vicenda finisce qua».

Insomma se Clarence Seedorf, con un’azione totalmente ingiustificata, intendeva scuotere dalle fondamenta la società rossonera, è riuscito solo in parte nel suo intento. Appare evidente che il tecnico rossonero stia vivendo una sorta di sindrome di accerchiamento e soprattutto sia convinto di non avere le giuste attenzioni da parte della stampa. La sua frase nell’intervista di ieri «sono l’allenatore del Milan e non avevo ancora fatto un’intervista» svela tutto il suo disagio in proposito.

Ora però è troppo tardi per agire. Il destino di Seedorf è segnato e a nulla serviranno eventuali vittorie nel derby, miracolose rimonte in ottica Europa League, dichiarazioni d’amore da parte del popolo rossonero. L’olandese dalla fine della stagione non sarà più l’allenatore del Milan e l’epilogo più imbarazzante per tutti rischia di essere una controversia legale intentata dalla società di via Aldo Rossi contro il suo dipendente. L’obiettivo di Berlusconi è cercare di ottenere un licenziamento per giusta causa e non riconoscere a Seedorf quanto dovuto per i prossimi due anni. Parliamo di 6 milioni netti equivalenti a 12 lordi, per le disastrate casse rossonere, mica bruscolini.