25 aprile 2024
Aggiornato 12:30
Calcio

Abete: «A Buffon e Pirlo il mio personale Pallone d'oro»

Il Presidente della Federcalcio: «Prandelli ct? Ipotesi da opinionisti, noi pensiamo al Mondiale»

ROMA - Ancora infastidito per l'ostracismo mostrato dalla rivista francese France Football nei confronti degli italiani, fuori dalla classifica dei 30 candidati al Pallone d'oro 2009, il presidente della federcalcio Giancarlo Abete assegna «a Pirlo e Buffon» il suo personale riconoscimento. «Io loro due e anche qualche altro azzurro li avrei messi», ha detto Abete a Sky.

NAZIONALE - «Se manca il riconoscimento al singolo, di contro io vedo quello guadagnato dal gruppo della nazionale, che si è guadagnata la qualificazione ai Mondiali del prossimo giugno vincendo il suo girone, mentre altre grandi squadre come Francia e Portogallo dovranno cercarla ai playoff ed altre sono già state eliminate. E' evidente che questo gruppo funziona».
Gruppo che il ct Marcello Lippi cerca sempre di tutelare, anche con sfoghi come quelli di Parma per i fischi rimediati nella partita contro Cipro. «Il ct è persona intelligente, in quel momento era scosso dagli atteggiamenti di parte del pubblico, ha cercato di tutelare il gruppo», ha spiegato Abete. «Noi tutti siamo attenti e rispettosi delle critiche, è ovvio che si debba fare i conti con il consenso e il dissenso, tutte le manifestazioni vanno rispettate, ma quando ci siamo incontrati a Roma abbiamo cercato di guardare oltre per organizzare al meglio la spedizione Mondiale».

«PREMIO FACCHETTI» - E senza pensare a quello che sarà il futuro ancora molto lontano, Abete, intervenuto questa mattina a Milano al «Premio Facchetti», vinto da Cesare Prandelli, non si può permettere di pensare già alla successione di Lippi: «Prandelli merita questo premio, abbina capacità tecniche indiscusse ad una interpretazione del ruolo rispettosa con la capacità di governare in maniera semplice anche i momenti difficili. Se piace alla Figc? Le ipotesi sono belle per gli opinionisti, ma il presidente ha un ruolo di responsabilità e deve salvaguardare gli equilibri esistenti».

LA REPLICA A CAPELLO - Infine, doppia replica a Fabio Capello, che sempre questa mattina ha detto che «nel calcio italiano comandano gli ultras» e che ha ribadito che il suo desiderio è sempre stato quello di allenare la nazionale inglese e non quella italiana: «Forse si lascia confondere dall'immagine del comportamento di pochi con quello di tanti - ha detto Abete - e i risultati mostrano un decremento degli episodi di violenza. Per il resto, io credo non ci possa essere maggiore soddisfazione per un tecnico italiano che allenare l'Italia. E come me la pensano milioni di cittadini tifosi. Per quel che concerne le mie aree di competenza, Capello non è stato mai contattato da quando sono presidente della Figc. Esaurito il rapporto con Roberto Donadoni abbiamo puntato diretti su Lippi».