19 aprile 2024
Aggiornato 12:00
Disturbi e rimedi

Stitichezza: i rimedi per combatterla

Il dottor Floriano Rosina spiega a Diario Salute TV come riconoscere la stitichezza severa da quella occasionale indicando i migliori rimedi naturali e farmaci

Per stitichezza si intende una situazione in cui le feci vengono espulse con difficoltà – possono essere feci dure – e l’evacuazione non avviene quotidianamente – spiega il dottor Floriano Rosina, medico chirurgo specializzato in gastroenterologia. Occorre, però, sgomberare il campo dalla credenza che la stitichezza porti a una situazione di malessere generale. Non è affatto così. Perché la stitichezza è correlata al ristagno di feci nell’ultimo tratto dell’intestino – il colon retto. Qui non vengono più assorbite delle sostanze, ma solo acqua. Quindi anche nel caso in cui la mancata evacuazione si prolunghi nel tempo di fatto non si hanno dei sintomi sistemici.

Non sempre bisogna fare qualcosa
«E’ importante cercare di evacuare con regolarità. Da me certe volte arrivano dei pazienti che dicono che evacuano ogni due-tre giorni ma non hanno problemi e le feci hanno una consistenza normale. Questo genere di persone non ha bisogno di alcun trattamento. Il problema è quando l’evacuazione diviene un evento difficoltoso o, in certi casi, addirittura doloroso».

Perché si è stitici?
«Esiste un caposaldo per andare di corpo. Occorre, infatti, che ci sia un buon volume fecale contraddistinto per lo più da fibre (preferibilmente solubili). C’è anche bisogno che le feci siano ben idratate quindi bisogna bere molto. In certi casi è necessario uno stimolo in più per facilitare l’evacuazione.

Mai forzare l’evacuazione
«L’evacuazione non deve mai essere una cosa forzata: le persone che dicono di dover spingere sbagliano. L’evacuazione deve essere un atto facile. Il mio consiglio è quello di utilizzare delle fibre solubili come, per esempio, quelle del kiwi che contengono dei semini che formano della mucillagine che aiutano l’evacuazione. Consiglio di assumere anche delle acque pesanti e ricche di magnesio perché quest’acqua rimane più a lungo nell’intestino. Qualora l’evacuazione non avvenisse spontaneamente consiglio di assumere delle piccole quantità di solfato di magnesio per ottenere un effetto lassativo allo scopo di evacuare il mattino successivo».

I farmaci e la posizione corretta
«Se tutte queste soluzioni non fossero sufficienti si potrebbero utilizzare dei preparati che impediscono l’assorbimento dell’acqua oppure esistono farmaci innovativi come il Linaclotide che possono migliorare la situazione. Infine, bisogna tener presente la posizione. Quella tradizionale non è perfettamente fisiologica per garantire il rilasciamento dello sfintere anale. I soggetti che hanno difficoltà a evacuare possono utilizzare un piccolo trucco: sollevare le gambe mettendo uno sgabello sotto i piedi in modo da rendere migliore l’angolo di defecazione», conclude il dottor Rosina.