23 aprile 2024
Aggiornato 08:30
Costipazione estrema

A causa della stitichezza un uomo rimane quasi paralizzato

Un uomo che da giorni non riusciva ad andare in bagno si è ritrovato a non riuscire praticamente più a camminare. I medici hanno dovuto estrarre a mano dal suo intestino ben 2 litri di pupù

Stitichezza
Stitichezza Foto: Seasontime | shutterstock.com Shutterstock

VICTORIA – Un uomo di 57 anni ha perso quasi del tutto la sensibilità delle sue gambe, cosa che l’ha resto quasi paralizzato, a causa della sua stitichezza. L’enorme massa di feci bloccate nel suo intestino ha bloccato il flusso sanguigno che, a sua volta, ha reso le gambe insensibili – come fossero ‘morte’. Per risolvere la piuttosto imbarazzante situazione, i medici sono stati costretti a estrarre a mano dal suo intestino ben 2 litri di feci, secondo quando riferito in un articolo pubblicato sulla rivista scientifica BMJ Case Report.

Non si capiva qual era il problema
Quando il paziente anonimo si è presentato in ospedale perché non riusciva quasi più a camminare, i primi esami a cui è stato sottoposto – tra cui la ricerca di ‘polso’ nella gamba destra, che nel frattempo era diventata fredda, poiché non circolava più sangue – hanno dato esito indecifrabile. Ma quando il paziente ha riferito dei suoi problemi di stitichezza, di un dolore alla gamba che ormai persisteva da tre giorni, i dolori allo stomaco e la nausea, allora il quadro è apparso più chiaro.

Un’operazione stomachevole
Dover estrarre a mano una tale quantità di feci non deve essere stata cosa piacevole per i medici, eppure sono stati costretti a farlo, se non volevano che la situazione dell’uomo peggiorasse mettendo anche la sua vita a rischio. L’enorme accumulo di feci pare sia un effetto collaterale a lungo termine della stitichezza, per cui potrebbe capitare a chiunque abbi di questi problemi. Durante l’operazione, i chirurghi hanno dovuto estrarre manualmente le feci, e dopo l’intervento e quattro giorni passati in Terapia intensiva, finalmente l’uomo si è ripreso. Dopo circa 13 giorni ha potuto di nuovo camminare e dopo 23 giorni è stato dimesso.

Si può morire
Quella di cui ha sofferto il paziente, secondo il rapporto del dott. Simon Ho al Footscray Hospital di Victoria, in Australia, è una condizione chiamata sindrome compartimentale addominale (ACS) – che si verifica quando l’addome è sottoposto a una maggiore pressione. Questa pressione riduce il flusso di sangue agli organi nell’addome e può portare a insufficienza d’organo e morte. Il dottor Ho sottolinea che il caso dell’uomo era un’emergenza medica, e che «L’ACS è associata a una significativa morbilità e mortalità che richiedono un trattamento tempestivo». Nel caso di questo paziente la pressione proveniva da un «massiccio carico fecale» nel suo colon.

I sintomi della Sindrome compartimentale addominale
I sintomi più comuni della presenza di questa condizione includono:
dolore addominale e disagio, gonfiore, sensazione di dover andare in bagno e necessità di ‘spingere’ per evacuare, nausea, vomito, mancanza di appetito, mal di testa, perdita di peso inspiegabile, perdita di feci liquide. La condizione può peggiorare e mostrare altri sintomi come battito cardiaco accelerato, disidratazione, respirazione rapida, febbre, confusione, agitazione, incontinenza.