Nella calcolosi biliare, quando parlo di calcolosi, in termini più semplici intendo la presenza di calcoli all’interno della colecisti. Secondo me occorre comunque fare un po’ di chiarezza – spiega il dottor Floriano Rosina, direttore del centro Medical Team di Torino. Molti attribuiscono ai calcoli della colecisti i sintomi più disparati: eruttazioni, extrasistoli, la difficoltà di digestione e pancia gonfia. Tutto ciò non è assolutamente vero.
Cosa accade durante una colica biliare
«Esiste un unico sintomo che è attribuibile ai calcoli della colecisti e questo è la colica biliare. Quest’ultima si verifica nel momento in cui la colecisti si contrae violentemente e spreme il calcolo verso l’imbocco della colecisti. Per cui il calcolo va a tappare l’uscita e la colecisti cerca, a sua volta, di spingere ulteriormente. Tale contrazione passa da una fisiologica a una contrazione estremamente dolorosa».
I sintomi della colica biliare
«A livello internazionale per colica biliare si intende un dolore localizzato alla bocca dello stomaco e che poi tende a migrare a destra. Esso impedisce una normale vita di relazione – io non riuscirei a parlare con voi in questo momento – e dura almeno mezz’ora. È importante questa distinzione perché i soggetti che sono sintomatici e che hanno le coliche biliari devono essere sottoposti all’intervento di colecistectomia. Viceversa i soggetti che non hanno coliche biliari non devono essere sottoposti all’intervento di rimozione della colecisti».
Perché non bisogna operarsi se non si hanno sintomi?
«Il motivo è molto semplice: fino a quando i calcoli rimangono all’interno della colecisti nella maggior parte dei casi non determina grossi problemi, però quando la colecisti riesce a contrarsi così violentemente da far passare il calcolo all’interno del dotto biliare, questo calcolo può creare delle complicazioni. Nella fattispecie la più temibile è la pancreatite acuta».
I fattori di rischio
«Alla luce di quanto appena detto si devono basare le scelte di operare o non operare un soggetto. I soggetti che non hanno coliche il rischio di pancreatite acuta è dello 0,3%; in quelli che hanno coliche il rischio è del 3-6%. A fonte di questi due elementi di rischio noi abbiamo anche un rischio di complicazioni relative alla rimozione della colecisti che si colloca intorno al 2-3%. Ricucite a capire voi stessi che il 2-3% è superiore nella calcolosi asintomatica ma inferiore al rischio complicazioni nella calcolosi sintomatica. Questo è il motivo per cui si dice che solamente i calcoli della colecisti che danno coliche devono essere operati», conclude il dottor Rosina.
Segui il DiariodelWeb.it su Facebook e Twitter
suggerisci una correzione »