28 aprile 2024
Aggiornato 13:30
Erba gatta e cancro

L’erba gatta ci salverà dal cancro?

Scienziati scoprono nell’erba gatta una componente anti-cancro derivante da alcuni feromoni

La Nepeta Cataria, conosciuta da molti anni con il termine di erba gatta, potrebbe essere d’aiuto nel combattere il cancro. Questo comune vegetale, appartenente alla famiglia delle Lamiacee, è da sempre stato apprezzato dai piccoli felini da compagnia ed è caratterizzato da una particolare sostanza – dagli effetti inebrianti - denominata Nepetalattone. La stessa sostanza, secondo un recente studio del John Innes Center, sembra svolgere un ruolo positivo nei pazienti affetti da varie forme cancerose. Ecco di cosa si tratta.

Lamiacee e terpeni
In realtà, la maggior parte delle Lamiacee, produce diversi tipi di terpeni e una delle più conosciute in tal senso è la menta piperita. L'erba gatta, però, li produce in un modo completamente diverso. «Una delle principali differenze è che in genere nelle piante, come la menta piperita, i terpeni sono formati da un singolo enzima», spiegano gli scienziati. La Nepeta, invece, produce Nepetalattone e nepetalactol, due feromoni sessuali. Per la pianta, tali sostanze sono particolarmente utili perché aiutano a evitare gli attacchi nemici che potrebbero distruggere la pianta. Il Nepetalattone, per esempio, ha lo scopo di attirare tutti  gli insetti che uccidono gli afidi, pericolosi per la pianta stessa. Tra questi ricordiamo i crisopidi e un tipo di vespa che depone le uova all’interno degli afidi vivi: al momento della nascita la prole si mangia l’afide e così la pianta può salvarsi da questi terribili nemici.

Il ruolo dei feromoni nella pianta
Come appena accennato, i feromoni vengono secreti dalla pianta affinché possa allontanare alcuni nemici come gli afidi, attirando altre specie amiche. Ciò significa che «la pianta rilascia il feromone sessuale a scopo di protezione». Tuttavia, i terpeni nella Nepeta sono formati da due enzimi: «un enzima attiva un composto precursore che viene poi afferrato da un secondo enzima per produrre la sostanza di interesse. Questo processo in due fasi non è mai stato osservato in precedenza e i ricercatori si aspettano anche che qualcosa di simile si verifichi nella sintesi dei farmaci anti-cancro come la vincristina e vinblastina (pervinca del Madagascar, Catharanthus roseus) e altrove come nell’oliva e nella bocca di leone [Antirrino, nda]», sottolineano i ricercatori.

Sapevi che…?
Il termine cataria deriva dal tardo latino cathus che significa dei gatti, a causa dell’amore particolare di questo felino verso tale pianta. Essa, infatti, sia nelle foglie che nei fusti e radici contiene un terpene denominato nepetalattone. Si tratta, in sintesi, di una sostanza analoga ai feromoni del gatto. Per questo motivo la stragrande maggioranza dei mici – specie quelli più giovani - sono suscettibili agli effetti dell'erba. La stessa cosa accade a tigri e leopardi ma pare non svolgere alcun effetto sui leoni.

Il ruolo anticancro
Secondo gli scienziati, i feromoni della Nepeta potrebbero essere associati alla vinblastina (chemioterapico derivante dalla pervinca) allo scopo di accelerare il processo terapeutico dei farmaci. «Abbiamo compiuto progressi significativi nel capire come l'erba gatta produce il nepetalattoni, le sostanze chimiche che attirano i gatti», ha detto Benjamin Lichman. «La nepeta sta eseguendo processi chimici insoliti e unici, e pensiamo di usarli per creare composti utili che possono essere utilizzati nel trattamento di malattie come il cancro. Stiamo anche lavorando per capire l'evoluzione della Nepeta per comprendere come sia arrivata a produrre i prodotti chimici che attirano i gatti», conclude Lichman.