18 aprile 2024
Aggiornato 20:00
Integratori utili o inutili?

Integratori di olio di pesce e vitamina D proteggono da cancro e malattie cardiache?

Assumere vitamina D e olio di pesce fa davvero bene per il cuore e proteggono dal cancro? Secondo due studi, nì

Olio di pesce
Olio di pesce Foto: puhhha |shutterstock.com Shutterstock

Ci sono integratori utili e integratori meno utili  – o anche del tutto inutili. Su questo ambito sono molti gli studi che si sono concentrati proprio sullo stabilire, o meno, se sia il caso di assumere questo genere di prodotti per migliorare o mantenere la propria salute. Tra i tanti integratori, due tra i più famosi – e spesso utilizzati – sono la vitamina D e l’olio di pesce. Ma proprio questi, sono davvero utili per proteggere da cancro e malattie cardiache e cardiovascolari?

Gli integratori sotto la lente
Per valutare se e come gli integratori di vitamina D e olio di pesce fossero utili ed efficaci, i ricercatori del Brigham and Women’s Hospital di Boston hanno condotto due studi ad hoc, scoprendo che in alcuni casi, e in certi modi, l’assunzione di integratori non offre i vantaggi che si presume. In particolare, si è visto che l’olio di pesce assunto da persone sane nella dose prescritta e trovata in molti integratori, non mostrava alcuna chiara capacità di ridurre il rischio di malattie cardiache o cancro, ma in dosi diverse le cose cambiavano. E lo stesso valeva per la vitamina D.

Dipende dalla dose
I risultati dello studio, presentati durante una conferenza della American Heart Association a Chicago e pubblicati sul New England Journal of Medicine, hanno mostrato che spesso se ci si attiene a quanto consigliato non si ottengono i risultati voluti. Per esempio, l’olio di pesce (di fatto un concentrato di acidi grassi omega 3) sotto forma di integratore a marchio Vascepa, della Amarin Corp., è stato testato in 8.000 pazienti con alti trigliceridi e un maggior rischio di problemi cardiaci per vari motivi, nella misura di 4 grammi al giorno. Vascepa è un EPA concentrato. I pazienti, come riferito dai ricercatori, stavano già assumendo statine come Lipitor o Zocor per abbassare il colesterolo. Suddivisi a caso in due gruppi, ai partecipanti è stato dato da assumere Vascepa o capsule di olio minerale per poi confrontare i risultati.

I risultati per l’olio di pesce
Dopo cinque anni di follow-up, circa il 17% di coloro che avevano assunto Vascepa aveva sofferto di uno di questi problemi: attacco cardiaco (infarto), ictus, morte cardiaca o arterie intasate che richiedevano cure mediche, contro il 22% degli altri che avevano assunto l’olio minerale. Nel complesso, l’olio di pesce ha comportato una riduzione del rischio di problemi cardiovascolari del 25%. Tuttavia, anche con l’assunzione dell’integratore ‘naturale’ si sono manifestati degli effetti collaterali: tra questi, alcuni dei partecipanti sono stati ospedalizzati per un battito cardiaco irregolare (il 3% contro il 2% del gruppo di confronto). I medici dicono che questo fatto è sconcertante perché altre ricerche suggeriscono che l’olio di pesce riduce questo tipo di rischio. La preoccupazione per il problema dell’aritmia cardiaca è che questa può aumentare il rischio di ictus, solo che ci sono stati meno ictus tra coloro che avevano assunto Vascepa, ha sottolineato il dottor Deepak Bhatt del Brigham and Women’s Hospital, e principale autore dello studio.

L’altro olio di pesce
Il secondo studio ha testato gli effetti in 26mila persone, senza precedenti problemi cardiaci o cancro, di una dose giornaliera inferiore di 1 grammo di un diverso tipo di olio di pesce: una combinazione EPA/DHA venduta a marchio Lovaza o Omacor e in forma generica. Anche qui, dopo circa cinque anni, i tassi di una misura combinata di infarti, ictus e altri problemi erano simili per gli utenti del gruppo olio di pesce e un gruppo di confronto. Anche i tassi di cancro e le morti erano simili. In generale, ci sono stati meno infarti nel gruppo di olio di pesce: 145 contro 200 nel gruppo di confronto. Tuttavia, questi studi, secondo degli esperti, presentano alcuni bias: per esempio, gli oli usati per i gruppi di confronto potrebbero non essere stati veri e propri placebo. Lo studio con Vascepa ha usato l’olio minerale, che interferisce con le statine, aumenta il colesterolo e potrebbe aver peggiorato il gruppo di confronto e ha fatto apparire Vascepa migliore di quanto realmente fosse. L’altro studio ha utilizzato l’olio d’oliva, che avrebbe potuto aiutare il gruppo di confronto a ottenere migliori risultati, forse nascondendo qualsiasi beneficio per gli altri che hanno assunto l’olio di pesce. Gli autori di entrambi gli studi sostengono però che qualsiasi effetto degli oli di confronto non è sufficiente a modificare i risultati principali e gli esperti indipendenti concordano.

La vitamina D
Nello studio sull’olio di pesce, la dott.ssa JoAnn Manson del Brigham and Women’s e autrice senior, ha anche testato gli effetti degli integratori di vitamina D, partendo dal concetto che alcuni studi hanno scoperto che le persone con livelli più bassi di D hanno maggiori probabilità di sviluppare il cancro. In questo studio, i partecipanti suddivisi in due gruppi hanno assunto 2.000 unità internazionali di D-3 (la forma più attiva di vitamina D, chiamata anche colecalciferolo) o finte pillole di vitamine, per cinque anni.

I risultati sulla vitamina D
Dopo i cinque anni di test, i ricercatori hanno visto che la vitamina D non ha influenzato in modo significativo le probabilità di avere un infarto o un ictus o lo sviluppo del cancro. Dopo aver escluso i primi due anni di utilizzo, i ricercatori hanno tuttavia osservato un minor numero di decessi per cancro tra coloro che avevano assunto la vitamina: 112 rispetto a 149 del gruppo placebo. «Il cancro può richiedere anni per svilupparsi, per cui una differenza potrebbe non apparire subito - ha spiegato Manson - Questo sembra promettente». Molti esperti ritengono però che siano necessari altri e più approfonditi studi per validare le ipotesi circa la protezione dal cancro della vitamina D e le quantità effettive che si dovrebbero integrare per ottenere risultati apprezzabili e misurabili.