27 aprile 2024
Aggiornato 06:30
Inquinamento dell’aria mortale

L’OMS, l’aria inquinata delle città peggio del fumo di sigaretta

Secondo il direttore dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, l’inquinamento atmosferico è il «nuovo tabacco» e respirare quest’aria sta uccidendo 9 milioni di persone ogni anno e danneggiando miliardi di altre persone

Inquinamento dell'aria
Inquinamento dell'aria Foto: Nahorsk Pavel |shutterstock.com Shutterstock

Pensavamo bastasse non fumare o smettere per dare un po’ di ‘respiro’ ai propri polmoni e prevenire gravi malattie. Ma, secondo il direttore generale dell’OMS, Tedros Adhanom Ghebreyesus, ci stiamo lentamente uccidendo respirando l’aria sempre più inquinata.

Nessuno vi sfugge, né ricco né povero
Se pensavamo di passarla liscia fregandocene dell’ambiente, inquinando a più non posso e non badando a quanto sta accadendo, ci sbagliavamo di grosso. A meno che non decidiamo di non respirare più – ma la vedo piuttosto dura – nessuno può sfuggire all’aria inquinata, che è ormai dappertutto. L’aria tossica la respirano ogni giorno miliardi di persone. «Nessuno, ricco o povero, può sfuggire all’inquinamento atmosferico – avverte il direttore dell’OMS – È un’emergenza silenziosa di sanità pubblica». Il 90% della popolazione mondiale è costretta a respirare aria tossica, che colpisce peggio i bambini degli adulti, ha continuato Adhanom Ghebreyesus.

Morti evitabili
Il direttore Adhanom Ghebreyesus ritiene che tutte le persone che ogni giorno muoiono a causa dell’inquinamento atmosferico potrebbero essere salvate – ma così non è. «Nonostante questa epidemia di morti e disabilità evitabili e prevenibili, uno smog di autocompiacimento pervade il pianeta – sottolinea il direttore dell’OMS in un comunicato – Questo è un momento decisivo e dobbiamo aumentare le azioni per rispondere con urgenza a questa sfida». Il monito lanciato dal direttore è arrivato prima Conferenza globale sull’inquinamento atmosferico e la salute che l’Organizzazione Mondiale della Sanità sta organizzando a Ginevra per la prossima settimana. La conferenza prevede anche un ‘giorno di azione ad alto livello’ in cui le nazioni di tutto il mondo dovrebbero impegnarsi in diversi modi per ridurre l’inquinamento atmosferico.

Chi rischia di più
Dell’aria inquinata ne patiscono di più alcune fasce della popolazione. Secondo la dott.ssa Maria Neira, direttore dell’OMS per la salute pubblica e l’ambiente, sono i bambini e i neonati a essere a grave rischio, perché quasi 300 milioni di bambini vivono in Regioni in cui sono costretti a respirare ‘fumi velenosi’, a causa delle tossine presenti nell’aria. Secondo le stime, in questi Paesi e Regioni vi è un inquinamento atmosferico 6 volte superiore rispetto ai livelli consentiti raccomandati. «L’inquinamento atmosferico colpisce tutti noi, ma i bambini sono i più vulnerabili di tutti – ha avvertito Neira – Dobbiamo chiederci cosa stiamo facendo ai nostri figli, e la risposta temo sia incredibilmente chiara: stiamo inquinando il loro futuro, e questo è molto preoccupante per tutti noi». La dott.ssa Neira ha poi spiegato che i bambini esposti a questi inquinanti sono a rischio di disturbi respiratori come l’asma e anche a rischio di sviluppare tumori e problemi di sviluppo cerebrale.

La speranza di un ambiente sano
«Un ambiente pulito e sano è la premessa più importante per garantire una buona salute – Adhanom Ghebreyesus – Ripulendo l’aria che respiriamo, possiamo prevenire o almeno ridurre alcuni dei maggiori rischi per la salute. Nessuna persona, gruppo, città, Paese o Regione possono risolvere da soli il problema. Abbiamo bisogno di forti impegni e azioni da parte di tutti».

Le sfide della classe politica
Secondo la dott.ssa Neira, i politici che non agiranno, in futuro dovranno affrontare i giudizi dei cittadino. «I politici non possono dire tra 10 anni, quando i cittadini inizieranno a portarli in tribunale per il danno che hanno sofferto, che non lo sapevano – conclude Neira – Sappiamo tutti che l’inquinamento sta causando gravi danni e tutti sappiamo che è qualcosa che possiamo evitare. Ora dobbiamo reagire collettivamente e in modo molto drammatico e urgente».

Riferimento: https://www.who.int/airpollution/events/conference/en/