20 aprile 2024
Aggiornato 12:30
Falsi scientifici

Ritirate quegli studi: sono inventati e falsificati. Harvard contro il cardiologo Piero Anversa

Con l’accusa di aver inventato e falsificato ben 31 ricerche, la Harvard Medical School e il Brigham and Women’s Hospital di Boston chiedono il ritiro delle pubblicazioni del prof. Piero Anversa

Muscolo cardiaco
Muscolo cardiaco Foto: Natali_ Mis | shutterstock.com Shutterstock

Un’accusa che pesa come un macigno, quella che è precipitata sulla testa del noto cardiologo parmigiano Piero Anversa. Secondo quanto affermato dalla Harvard Medical School e il Brigham and Women’s Hospital di Boston, lo scienziato italiano si sarebbe macchiato di un ‘crimine’ scientifico: la possibilità di usare le cellule staminali per rigenerare il muscolo cardiaco sarebbe falsa. Per questo motivo, 31 pubblicazioni sul tema devono essere cancellate dalla letteratura medico-scientifica, poiché contengono dati falsificati e/o inventati.

Il cardiologo
Il cardiologo Piero Anversa, oggi 80 anni, si è laureato all’Università di Parma in anatomia patologica. Divenuto un esperto ricercatore nel campo delle cellule staminali, è stato autore di numerose pubblicazioni scientifiche che trattavano l’utilizzo delle staminali per rigenerare il cuore. Per questi studi e non solo, il prof. Anversa nel giro di pochi decenni è divenuto un personaggio molto noto e di prestigio nell’ambiente medico e scientifico. Ha anche ricevuto numerosi riconoscimenti. Oggi, però, questo prestigio è stato messo in discussione proprio dalla Harvard Medical School e il Brigham and Women’s Hospital di Boston che indirizzano nei confronti del medico delle pesanti accuse. Secondo una dichiarazione delle due istituzioni, ben 31 pubblicazioni di studi condotti da Anversa contengono «dati falsificati e/o inventati».

Gli studi sotto accusa
I primi studi e le pubblicazioni che oggi sono sotto tiro escono nel 2001, quando il dottor Anversa pubblica sulla prestigiosa rivista scientifica Nature uno studio su modello animale in cui si affermava che cellule staminali prelevate dal midollo osseo potessero rigenerare il muscolo cardiaco a seguito di in infarto del miocardio. Secondo i presunti risultati dello studio, le staminali iniettate nel muscolo cardiaco si trasformerebbero in cellule cardiache, rigenerando così il cuore. Si pensi a quale impatto avrebbe avuto in medicina un risultato del genere. Quanti pazienti infartuati ne avrebbero tratto beneficio. E, invece, secondo l’accusa niente di tutto ciò è possibile. Nel frattempo, però, sulla base di questi risultati si sono aperte aziende dedicate a questo genere di ricerche, mentre la fama e il prestigio di Anversa lievitavano. Ma qualcuno si è insospettito, come il ricercatore del Cincinnati Children’s Medical Hospital, Jeffery Molkentin, che con il suo team ha per primo messo in discussione questi risultati – aprendo la porta a quello che ne è seguito e che, oggi, mette sotto accusa il prof. Anversa.

Il primo studio che confuta le tesi di Anversa
A mettere in discussione le tesi del prof. Anversa è già uno studio condotto nel 2004 dal dottor Irving Weissman della Stanford University (Usa). Pubblicato anch’esso su Nature, la ricerca rivela che le cellule staminali del midollo osseo iniettate nel cuore in realtà rimangono tali, senza dunque trasformarsi e divenire parte del muscolo cardiaco, rigenerandolo. Lo studio faceva così cadere la riproducibilità del risultato – che è uno dei presupposti essenziali per la validità di una tesi nell’ambito della ricerca scientifica. A rincarare la dose è un altro studio, sempre del 2004, a opera del ricercatore Charles Murry e colleghi dell’Università di Washington (Usa) che arrivò alle stesse conclusioni: le cellule staminali non si trasformano in cellule cardiache. Anche questo studio è stato pubblicato su Nature.

I primi ritiri
Messe in allarme da queste prime smentite dei risultati degli studi di Anversa, le università presso cui il cardiologo aveva condotto le sue ricerche hanno iniziato ad approfondire la questione per verificare quanto vi fosse di vero o meno. Nel 2014, la rivista Circulation, prende uno dei primi provvedimenti, ritirando uno studio di Anversa dopo che i coautori avevano dichiarato che i dati contenuti nella pubblicazione non erano quelli da ottenuti da loro, per cui doveva esserci stata una manipolazione. I responsabili della rivista hanno dichiarato che il provvedimento di ritiro è giunto dopo che «la Harvard Medical School e il Brigham and Women’s Hospital hanno determinato che i dati sono sufficientemente compromessi», per cui si tratta di «un ritiro è giustificato». Dopo questi primi provvedimenti, altre riviste e istituzioni hanno iniziato a mettere in dubbio di lavoro di Anversa e dei suoi collaboratori, fino ad arrivare alla richiesta del ritiro di queste (per ora) 31 pubblicazioni di studi.