Malattia o morbo di Crohn, è indispensabile distinguere il sottotipo a cui si appartiene
Il morbo di Crohn presenta a una serie di disturbi correlati che tuttavia hanno aspetti diversi. Nella diagnosi e cura è indispensabile sapere di quale sottotipo si tratta

La condizione infiammatoria cronica del tratto intestinale, conosciuta come malattia o morbo di Crohn (CD), è caratterizzata da tutta una serie di disturbi correlati. Tuttavia, questi hanno aspetti diversi che vanno individuati per poter individuare di quale sottotipo si tratta, al fine di una diagnosi corretta e un trattamento adeguato.
La molecola che predice il sottotipo
I ricercatori dell’Università del North Carolina hanno condotto uno studio, pubblicato sulla rivista scientifica JCI Insight, in cui si rivela come abbiano individuato una singola molecola – microRNA-31 (miR-31) – i cui livelli predicono se un paziente è affetto dal morbo di Crohn sottotipo 1 o sottotipo 2. Può sembrare cosa di poco conto, ma invece tutto ciò è importante perché i pazienti con sottotipo 1, a differenza del sottotipo 2, spesso non rispondono bene ai farmaci e sviluppano le stenosi, ossia un restringimento estremo del tubo intestinale, che richiede un intervento chirurgico una volta che si sia sviluppato.
Prevenire il peggioramento
Secondo i ricercatori, i biomarcatori come miR-31 potrebbero essere utili in futuro, perché possono permettere ai medici di prevedere se un paziente avrà bisogno di sottoporsi a un intervento chirurgico preventivo prima che la condizione peggiori. «Ancora non siamo giunti al punto in cui siamo in grado di eseguire una medicina personalizzata per questa [malattia] – ha spiegato il dottor Praveen Sethupathy, coautore senior dello studio –ma per lo meno pensiamo che possa portare a migliori progetti di studi clinici».
Il problema della massa
Quando si conducono studi clinici su pazienti con il morbo di Crohn vi è un problema di fondo. Poiché si pesca nella massa, non si sa chi appartenga al sottotipo 1 e chi al sottotipo 2. Questo difetto di studio porta in genere a risultati incoerenti, minando con bias i risultati degli studi stessi. Per lo stesso motivo, non è facile sviluppare delle terapie che offrano risultati in tutti i casi.
La soluzione
Al contrario, utilizzando il marcatore miR-31, i ricercatori potrebbero potenzialmente separare in sottotipi gli individui con CD allo scopo di determinare con maggiore precisione se un particolare farmaco funziona per un sottotipo e non per l’altro.
Lo studio
Per questo studio, inoltre, i ricercatori hanno anche utilizzato un budello artificiale all’avanguardia, chiamato organoide intestinale. Questo ha permesso loro di coltivare campioni di biopsia umana pur mantenendo la fisiologia di base che esiste all’interno di un essere umano. Oltre a ciò, gli autori si sono avvalsi di tecniche genomiche avanzate al fine di tracciare l’abbondanza di diverse molecole nel tessuto del colon di oltre 150 pazienti pediatrici e adulti. I microRNA controllano la misura in cui viene attivato un gene bersaglio. Funzionano come quadranti negativi: maggiore è l’abbondanza di un microRNA, più un gene bersaglio sarà soppresso. Alla fine, sono proprio i dati della tecnologia di sequenziamento genomico che hanno permesso ai ricercatori di fare la loro scoperta di miR-31.
Riferimento: JCI Insight Journal.
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