23 aprile 2024
Aggiornato 19:30
Vaccinazioni

Medici: non sconsigliate i vaccini. E' un'infrazione deontologica

Filippo Anelli, presidente della Fnomceo, sulle vaccinazioni ribadisce: la posizione al riguardo è chiara da sempre

Vaccinazione
Vaccinazione Foto: Billion Photos | shutterstock.com Shutterstock

Non infrangere il codice deontologico. Questo ciò che devono fare i medici, sempre, ma soprattutto quando si tratta di vaccini e vaccinazioni. «La Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri ribadisce che la sua posizione sulle vaccinazioni come strumento di sanità pubblica è espresso in maniera chiara, inequivocabile e condivisa nel Documento sui vaccini, approvato all’unanimità dai presidenti d’Ordine riuniti nel Consiglio Nazionale dell’8 luglio 2016. Un documento che, per volontà dei presidenti d’Ordine, ribadisce, nero su bianco, un concetto che è del resto implicito nell’osservanza delle regole deontologiche, che impongono già di loro al medico di informare la sua opera sulle evidenze scientifiche: Solo in casi specifici, quali per esempio alcuni stati di deficit immunitario, il medico può sconsigliare un intervento vaccinale. Il consiglio di non vaccinarsi nelle restanti condizioni, in particolare se fornito al pubblico con qualsiasi mezzo, costituisce infrazione deontologica». Filippo Anelli, presidente della Fnomceo, torna a parlare di vaccinazioni, dopo il dibattito di questi giorni.

Un concetto ovvio
«C’era bisogno di ribadire un concetto così ovvio per un medico? – si chiede Anelli – Sì: lo spiega lo stesso Documento, che, nel suo incipit, fa una disamina sui presupposti storici e sociologici che hanno portato al calo delle coperture vaccinali: il successo delle stesse vaccinazioni, innanzitutto, che hanno debellato o indebolito molte malattie una volta mortali, facendole apparire ora quasi innocue e improbabili; la perdita di fiducia nella scienza e nelle istituzioni; l’ingannevole seduzione delle ciarlatanerie che trova terreno fertile nella condizione di debolezza psicologica dovuta alla malattia e nella bassa health literacy di gran parte della popolazione, come dimostrano gli indicatori europei».

Un documento valido e attuale
«Il Documento del 2016, pur con le opportune integrazioni, conserva ancora oggi la sua validità e attualità, dimostrando la lungimiranza dei presidenti d’Ordine che lo approvarono – aggiunge l’esperto – tanto che lo abbiamo utilizzato come testo base dell’Audizione del 4 settembre scorso presso le Commissioni I e V riunite della Camera dei Deputati».
«Rinnoviamo quindi i ringraziamenti e la solidarietà ai presidenti d’Ordine che lo approvarono e a quelli che, in questi due anni, lo hanno citato per i procedimenti disciplinari coraggiosamente aperti e portati avanti – conclude il dott. Anelli – A questo proposito, ricordiamo a tutti che l’azione disciplinare è competenza peculiare e compito naturale e di estrema rilevanza e delicatezza degli Ordini provinciali, della Fnomceo e della Commissione Centrale per gli Esercenti le professioni Sanitarie, ognuno per i suoi propri ambiti di intervento».