19 aprile 2024
Aggiornato 19:30
Benefici della dieta mediterranea

La dieta mediterranea previene la depressione

Uno studio revisionale afferma che la dieta mediterranea sia efficace nel prevenire la depressione. Ma servono ulteriori verifiche

La dieta mediterranea contro la depressione
La dieta mediterranea contro la depressione Foto: Marian Weyo | Shutterstock Shutterstock

La dieta mediterranea sembra riservare risorse inaspettate sotto molti punti di vista. Sappiamo, per esempio, che aiuta a ridurre il rischio di malattie metaboliche, cardiovascolari e cancro al colon. Ma secondo quanto è emerso da una recente ricerca, seguire tale regime alimentare potrebbe anche aiutare a prevenire la depressione. Ecco tutti i dettagli dello studio pubblicati su Molecular Psychiatry.

41 studi
La ricerca, condotta da scienziati londinesi, è il frutto di uno studio revisionale eseguito su ben 41 studi effettuati negli ultimi anni. Dai risultati sembra emergere che una dieta a base di frutta, verdura, cereali, pesce, frutta secca, olio extravergine di oliva e in maniera più limitata anche carne e latticini, può avere effetti positivi in termini di umore. Tuttavia, gli studiosi ci vanno cauti anche in questo caso circa le conclusioni: sono necessarie ulteriori verifiche per comprendere se l’associazione dieta mediterranea/minor rischio depressione sia sempre valida.

Il cibo fa la differenza
Come ben sappiamo, quando si tratta di salute, il cibo che mangiamo può fare davvero la differenza. Se consumiamo perlopiù alimenti industriali, super processati o carni lavorate è certo che non potremo godere di ottima salute. Ma se ci affidiamo ad abbondanti quantità di alimenti vegetali, come quelli suggeriti dalla dieta mediterranea, probabilmente ridurremo il rischio di depressione. A suggerirlo è uno studio coordinato dalla dottoressa Camille Lasalle dell'Università di Londra.

L’associazione tra cibo e umore
Anche per gli scienziati non è semplice spiegare il motivo per cui il cibo influenzi l’umore di una persona. Ci sono infatti molti fattori che possono essere coinvolti. Se da un lato essere depressi può causare una perdita di appetito, dall’altro le persone tendenzialmente serene è più probabile che si affidino a stili di vita salutari che evitino, per esempio, il consumo di alcol: una sostanza ben conosciuta per il suo ruolo depressore nei confronti dell’umore. D’altro canto, gli scienziati ipotizzano che mangiare cibi insalubri, ricchi di zucchero o trasformati aumenti significativamente il rischio di depressione.

Cautela
Se non ci sono studi controllati, non è possibile – spiegano gli scienziati – conoscere il reale impatto della dieta mediterranea sulla depressione. «Sono necessarie più prove e ci vuole molta cautela nel considerare i risultati. Mentre mangiare più sano è buono per molte ragioni, abbiamo bisogno di più prove prima di poter dire che le diete ricche di vegetali possono migliorare la salute mentale. L'unico modo per dimostrare se i legami sono autentici consiste nel condurre ampi studi randomizzati su persone a rischio di depressione, che richiederebbero senz’altro uno sforzo considerevole, ma sembrano utili da condurre», spiega Naveed Sattar, professore di medicina metabolica all'Università di Glasgow.

Uno stile di vita più sano
In linea di massima di può affermare che uno stile di vita salutare che includa attività fisica, benessere mentale e dieta sana potrebbe essere d’aiuto nel controllo dei disturbi dell’umore. «E’ un buon consiglio seguire una dieta sana, svolgere un'attività fisica regolare e ridurre i prodotti che alterano l'umore, come zucchero, caffeina e alcol. È ampiamente riconosciuto che esiste una forte connessione tra ciò che mangiamo e il modo in cui ci sentiamo, con i livelli di zucchero nel sangue che influenzano il nostro umore e la nostra energia. Se stai sperimentando depressione o ansia, potrebbe essere difficile concentrarti sulla tua salute, o potresti ricorrere a strategie di coping inutili, come droghe o alcol. Se questo è il caso, potresti beneficiare di altre forme di trattamento come farmaci o terapie parlanti», conclude Stephen Buckley, di un ente benefico per la salute mentale.