20 aprile 2024
Aggiornato 13:30
Cancro e Aloe

Curare il cancro: l’estratto di aloe funziona davvero. Il sorprendente risultato di uno studio italiano

Uno studio italiano ha confermato le virtù terapeutiche di un componente derivato dalla pianta di aloe. Sarebbe attivo contro le forme tumorali più aggressive

Aloe contro il cancro al cervello
Aloe contro il cancro al cervello Foto: Fishman64 | Shutterstock Shutterstock

Come tutte le cure naturali che vengono utilizzate nel trattamento di malattie gravi come il cancro, anche l’aloe è stata sempre denigrata dagli scienziati. Eppure, uno studio tutto italiano è riuscito a scoprire che questa antichissima pianta, usata da millenni a scopo terapeutico, può davvero essere un’arma vincente contro tumori aggressivi, proprio come sostenuto da Padre Romano Zago. Ecco i sorprendenti risultati di una ricerca pubblicata su Environmental Toxicology.

Contro i tumori al cervello
Un lavoro scientifico condotto dal Laboratorio di neuropatologia molecolare dell’Unità di neuropatologia dell’Irccs Neuromed di Pozzilli è riuscito a dimostrare come un componente dell’aloe può combattere il glioblastoma multiforme, una forma cancerogena aggressiva che presenta un tasso di mortalità elevatissimo. Tale sostanza prende il nome di aloe-emodina, un antrachinona dalla forte azione lassativa che si trova solo in alcuni tipi di Aloe, tra questi anche l’Aloe Vera.

Padre Romano Zago
Padre Romano Zago è un francescano brasiliano di origine italiana. Prese il diploma di lingue e letteratura latina, portoghese, francese e spagnola, nella facoltà di lettere dell'Università Pontifica Cattolica nel lontano 1971. Ma diede una vera svolta nella sua vita quando, nel 1988, nella parrocchia si Sant'Antonio, testò una ricetta a base di Aloe Arborescens notando molti casi di guarigione anche nei malati di cancro. La sua ricetta fu sperimentata – con successo – anche a Gerusalemme. Ora è famoso in tutto il mondo a causa dei suoi libri e delle sue conferenze sull’aloe.

Proprietà antineoplastiche
«Abbiamo puntato su un estratto della pianta di aloe, l’aloe-emodina. Ricerche precedenti hanno suggerito che possa essere dotata di proprietà antineoplastiche, ma non era mai stata testata su cellule di glioblastoma», spiega Antonella Arcella, autrice senior dello studio.

Nuovi approcci terapeutici
Laddove la medicina classica fallisce c’è bisogno di nuovi approcci terapeutici. E nella maggior parte dei casi ci si affida alla medicina naturale. D’altro canto, da millenni l’essere umano cura le malattie con successo utilizzando le piante spontanee. E siccome uno dei tumori più resistenti a chemioterapia e radioterapia è il glioblastoma l’aloe è stato testato proprio per tale forma cancerosa. Le cellule, in tal caso, sviluppano un’altissima capacità di adattamento con tutte le conseguenze e lo sviluppo di recidive che sono facilmente immaginabili. Ecco il motivo per cui alcuni scienziati italiani hanno voluto testare l’aloe vera.

Inibizione della crescita tumorale
«Abbiamo trovato che l’aloe-emodina causa un’inibizione della crescita tumorale in cellule coltivate in laboratorio e anche nei modelli animali questa sostanza si è rivelata capace di limitare lo sviluppo del glioblastoma», spiega Arcella.

Si può già usare?
Ovviamente no. Come tutte le molecole sperimentate, necessitano di ulteriori conferme scientifiche affinché possano essere inserite nei trattamenti di routine. «Ci sarà naturalmente bisogno di approfondire l’azione della molecola e di valutare l’effetto dell’aloe emodina associato all’attuale farmaco per la terapia del tumore cerebrale, e analizzare gli eventuali effetti tossici su cellule normali prima di poter pensare a un uso clinico», concludono i ricercatori i quali ricordano che in caso di successo dei successivi test, l’aloe emodina potrebbe diventare un’arma contro una delle forme tumorali più devastanti.

Studi recenti
In realtà la letteratura scientifica riporta diversi studi che hanno messo in evidenza le virtù anticancerogene dell’aloe emodina. Una ricerca del 2015, per esempio, ha dimostrato un’eccellente efficacia anche nei confronti del melanoma: «i nostri risultati confermano che l’aloe emodina (AE) possiede notevoli proprietà antineoplastiche contro le cellule di melanoma, indicando questo antrachinone come un agente promettente per la terapia di differenziazione del cancro, o come adiuvante nella chemioterapia e terapia mirata. Inoltre, i suoi meccanismi di azione supportano una potenziale efficacia del trattamento con AE per contrastare la resistenza delle cellule di melanoma mutato da BRAF alla terapia target. Ciò significa che questo antrachinone è un agente promettente per la terapia di differenziazione del cancro, o come adiuvante nella chemioterapia e terapia mirata. Inoltre, i suoi meccanismi di azione supportano una potenziale efficacia del trattamento con AE per contrastare la resistenza delle cellule di melanoma mutato da BRAF alla terapia target», spiegano i ricercatori.

L’aloe emodina del rabarbaro
La sostanza terapeutica, si trova anche nel rabarbaro cinese (Rheum palmatum) e studi scientifici hanno valutato un potenziale effetto anticancerogeno anche nel cancro cervicale. Dai risultati di uno studio condotto nel 2007 si è potuto evidenziare come «l'aloe-emodina abbia inibito la crescita delle cellule HeLa in modo dose-dipendente a concentrazioni comprese tra 2,5 e 40 micromol / L. L'analisi citometrica a flusso ha mostrato che le cellule HeLa [del cancro cervicale, nda] sono state arrestate nella fase G2 / M. Questo effetto è stato associato con la diminuzione della ciclina A e CDK2 e l'aumento della ciclina B1 e CDK1. Ancora più importante, l'attività ALP è risultata aumentata dal trattamento con aloe-emodin e accompagnata dall'inibizione dell'espressione di PCNA. Inoltre, l'aloe-emodina sopprimeva l'espressione di PKCalpha e c-myc. Questi risultati forniscono una possibile spiegazione meccanicistica per l'effetto inibitorio della crescita di aloe-emodina su HeLa, che include l'arresto del ciclo cellulare e l'induzione della differenziazione». L’aloe-emodina si trova anche nella corteccia di Frangula (Rhamnus frangula), nella cascara sagrada (Rhamnus purshiana), nelle foglie di Senna (Cassia angustifolia) e nel rizoma di rabarbaro.

Fonti scientifiche

[1] Eur J Pharmacol. 2015 Sep 5;762:283-92. doi: 10.1016/j.ejphar.2015.05.057. Epub 2015 Jun 3. Aloe-emodin exerts a potent anticancer and immunomodulatory activity on BRAF-mutated human melanoma cells. Tabolacci C1, Cordella M2, Turcano L3, Rossi S2, Lentini A3, Mariotti S4, Nisini R4, Sette G5, Eramo A2, Piredda L3, De Maria R5, Facchiano F6, Beninati S3.

[2] Acta Pharmacol Sin. 2007 Dec;28(12):1991-5. Anticancer effect of aloe-emodin on cervical cancer cells involves G2/M arrest and induction of differentiation. Guo JM1, Xiao BX, Liu Q, Zhang S, Liu DH, Gong ZH.

[3] Oncotarget. 2018 Apr 3;9(25):17770-17796. doi: 10.18632/oncotarget.24880. eCollection 2018 Apr 3. Aloe-emodin as drug candidate for cancer therapy. Özenver N1, Saeed M2, Demirezer LÖ1, Efferth T2.