Muore a 13 anni in 6 sole settimane per un tumore al cervello, ma salva la vita di 15 persone
Una ragazzina di tredici anni, morta per glioblastoma, un tumore aggressivo al cervello, contribuirà a salvare la vita di altre quindi persone. La sua storia
CORNOVAGLIA – Una giovane di 13 anni di Torquai nel Devon (Uk) tutto avrebbe pensato, ma di certo non di morire dopo sole 6 settimane dall’infausta diagnosi di un tumore al cervello. La sua morte però non è stata vana, perché grazie a lei altre 15 persone potranno vedere trasformata la propria vita.
Sensibilizzare i giovani
La giovane Charlotte Mitchell, 13 anni, è morta a causa di un tumore al cervello aggressivo, il glioblastoma, all’inizio di maggio. Ma, grazie alla decisione di donare i suoi tessuti e organi, lei potrà aiutare altre persone che hanno gravi problemi di salute o che sono anch’esse in pericolo di vita. Secondo la madre di Charlotte, Karen (49 anni) la legge che permette di scegliere l’opzione di donare gli organi prima di morire, dovrebbe divenire obbligatoria perché questo permetterebbe di salvare molte più vite. Per questo invita tutti i genitori a discutere di questo con i propri figli fin da quando sono ancora piccoli, per sensibilizzarli al problema.
La sua Storia
Dopo la diagnosi di glioblastoma, Charlotte avrebbe dovuto sottoporsi ai trattamenti al Bristol Royal Hospital for Children. Solo che la velocità con cui il tumore se l’he portata via non ha permesso che potesse curarsi. Quando le è stato diagnosticato il tumore, e le è stato fatto presente che poteva essere letale, la mamma di Charlotte le ha parlato, spiegando che nel caso avesse acconsentito a donare i suoi organi e tessuti, avrebbe potuto – con il suo ‘sacrificio’ – salvare la vita di molte persone. Lei, sebbene terrorizzata dal male che l’aveva colpita e ovviamente dalla prospettiva di morire, ha acconsentito, dimostrando un grande amore e altruismo. Così, alla sua morte, i medici hanno potuto prelevare fino a nove organi come cuore, pancreas e reni insieme a tessuti quali cornee, pelle e ossa. Per i genitori, sapere che il gesto della figlia può aiutare gli altri è di grande conforto e aiuta ad andare avanti nonostante la devastante scomparsa di Charlotte.
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