28 marzo 2024
Aggiornato 22:30
Vaccinazioni e scuola

L'obbligo sui vaccini non può essere flessibile come dice Grillo. L'intervento di Burioni

Il professor Burioni: Dire che i vaccini causano l'autismo è come dire che la Terra è piatta.

Vaccinazione
Vaccinazione Foto: Billion Photos | shutterstock.com Shutterstock

In questi giorni non si parla d’altro di vaccinazioni e scuola. Su questo argomento si sono espressi ormai quasi tutti, specie i politici. Ognuno, come sempre accade, la pensa a modo suo. E spesso non se ne viene a capo. Tra le varie opinioni, non poteva mancare quella del noto prof. Roberto Burioni.

Obbligo flessibile? Non esiste
«Il ministro Grillo parla di obbligo flessibile per le vaccinazioni? Un obbligo è un obbligo, altrimenti è come dire che sono favorevole alle tasse ma non ho l’obbligo di pagarle. E’ importante che tutti i bambini che andranno a scuola siano vaccinati per il loro bene e quello dei loro amici». Così, il professor Roberto Burioni, a ‘Uno, nessuno, 100Milan’ su Radio 24, commenta l’obbligo flessibile proposto dal ministro della Sanità, Giulia Grillo e dell’autocertificazione per iscrivere i figli a scuola.

Severità variabile
«Io frequento un club sportivo dove per entrare a nuotare non mi hanno chiesto un certificato medico, non un’autocertificazione, per attestare la mia salute – commenta Burioni – Quindi mi stupisce che si sia così severi su un posto deve si va a divertirsi, mentre lo si è meno in posto importante come la scuola. Se io giro con gli pneumatici consumati non basta l’autocertificazione, la polizia stradale mi controlla perché posso essere un pericolo per me e per gli altri. Io dico una banalità che però è un fatto: i vaccini sono sicuri ed efficaci. E suoi fatti non si può discutere. I vaccini non causano l’autismo. E dire che i vaccini causano l’autismo è come dire che la Terra è piatta. Nel 2015 – prosegue Burioni, intervistato da Alessandro Milan – i dati dell’Organizzazione mondiale della sanità sul morbillo davano una copertura dell’Italia intorno 85%, pari a quella della Namibia, mentre il Ghana ci batteva con l’86%. Tra i Paesi sviluppati, l’Italia era l’ultima per copertura sul morbillo, e per questo da noi si deve parlare di obbligo, perché le percentuali di copertura stavano calando a un livello pericoloso. Io vorrei vivere in un Paese dove l’obbligo non sia necessario? Certo, perché l’obbligo è un fallimento e perché significa non riuscire a comunicare alle persone una verità incontrovertibile».

In politica?
Infine, Burioni smentisce una sua possibile candidatura in politica: »Mi avevano offerto una candidatura ma ho detto di no. Non ho alcuna intenzione di lasciare il mio lavoro, preferisco essere indipendente e ritengo già di fare politica perché sostenere la verità contro la bugia è diventata un’azione politica».