16 aprile 2024
Aggiornato 07:30
Acidi grassi e cancro

Grassi omega-3 preziosi per la salute: impediscono anche lo sviluppo del cancro

Scienziati dell’Università dell’Illinois sono riusciti a identificare dei composti derivanti dagli omega-3 che impedirebbero lo sviluppo del cancro

Gli omega-3 bloccano la diffusione del cancro?
Gli omega-3 bloccano la diffusione del cancro? Foto: colnihko | Shutterstock Shutterstock

Buone news per quanto riguarda i lipidi più famosi della storia: gli acidi grassi omega-3. Se le ricerche degli ultimi anni hanno messo in evidenza le loro virtù protettive nei confronti del sistema nervoso e apparato cardiovascolare, un nuovissimo studio ha scoperto qualcosa di ancor più sorprendente: sembra siano in grado di bloccare la diffusione e lo sviluppo del cancro. I risultati ottenuti dagli scienziati dell'Università dell'Illinois.

Lo studio
Durante lo studio, i ricercatori hanno preso in esame alcuni topi affetti da oasteosarcoma, un tumore notoriamente complicato da trattare. Durante i test si sono accorti che gli endocannabinodi, ovvero delle molecole prodotte naturalmente dal corpo con proprietà simili ai cannabinoidi della marijuana, hanno ridotto le masse tumorali.  «Abbiamo un sistema endocannabinoide integrato che è antinfiammatorio e antidolorifico, ora vediamo che è anche anti-cancro, e impedisce alle cellule di proliferare o migrare. Queste molecole potrebbero affrontare molteplici problemi: cancro, infiammazione e dolore», ha dichiarato la studiosa Aditi Das.

Da dove vengono questi endocannabinoidi?
Forse vi starete chiedendo quale ‘è la relazione con gli omega-3. L’anno scorso, il team di ricerca, aveva trovato un nuovo gruppo di metaboliti derivanti dagli acidi grassi omega-3: gli epossidi di endocannabinoidi (EDP-EA). La loro ricerca ha evidenziato come queste molecole erano dotate di proprietà anti-infiammatorie, probabilmente perché miravano allo stesso recettore del corpo collegato alla Cannabis.

Cosa accade in chi ha il cancro?
Una volta scoperto che l'EDP-EA influiva nella diffusione del cancro, gli scienziati hanno voluto condurre alcuni test. E i loro risultati hanno anche dimostrato che i topi con osteosarcoma metastatizzato ai polmoni, vi era un aumento dell'80% degli EDP-EA naturali. «L'aumento drammatico ha indicato che queste molecole stavano facendo qualcosa per il cancro - ma non sapevamo se fosse dannoso o meno. Ci siamo quindi chiesti: i composti stanno tentando di fermare il cancro o di facilitarne la diffusione? Così abbiamo studiato le proprietà individuali e abbiamo visto che in realtà stanno lavorando contro il cancro in diversi modi», spiega Das.

Più efficaci i chemioterapici?
L’indagine dei ricercatori dell’Illinois continua ulteriormente e si scopre che gli EDP-EA ucciddono anche le cellule tumorali, ma non abbastanza come fanno i chemioterapici presenti sul mercato. I composti, però, sono riusciti a combattere l'osteosarcoma in altri modi. Il primo è quello di rallentare la crescita del tumore inibendo la formazione di nuovi vasi sanguigni che possano fornire nutrimento al tumore, la seconda è stata quella di impedire le interazioni tra le cellule. Ma ciò che ha più sorpreso gli scienziati è che i composti soni addirittura stati in grado di impedire alle cellule cancerogene di migrare (e formare metastasi).

Bloccare la diffusione significa sopravvivere
«La principale causa di morte per cancro è guidata dalla diffusione delle cellule tumorali, che richiede la migrazione delle cellule. Come tale, le terapie che hanno il potenziale di impedire la migrazione cellulare potrebbero anche essere utili per rallentare o inibire le metastasi», commenta Timothy Fan co-autore dello studio. «Il consumo alimentare di acidi grassi omega-3 può portare alla formazione di queste sostanze nel corpo e può avere alcuni effetti benefici, tuttavia, se hai il cancro, vuoi qualcosa di concentrato e di azione rapida», ha detto Das. Per questo motivo gli scienziati pensano di dar vita a un composto concentrato che possa impedire lo sviluppo del cancro e, magari, «si potrebbe anche mescolare questo con altri farmaci come le chemioterapie». Ulteriori test saranno eseguiti, prossimamente, nei cani. Lo studio è stato pubblicato sul Journal of Medicinal Chemistry.