20 aprile 2024
Aggiornato 03:00
Gelato e grassi trans

Ti piace il gelato? La punta del cono, però, non dovrebbe mai esser consumata. Ecco perché

Secondo un chimico olandese il gelato potrebbe nuocere alla nostra salute. Specie se consumiamo la punta del cono. Ecco perché

La punta del cono gelato fa male alla salute?
La punta del cono gelato fa male alla salute? Foto: Flamingo Images | Shutterstock Shutterstock

Nei mesi estivi tutti noi abbiamo solo un desiderio: mangiare qualcosa di fresco che possibilmente sia anche gustoso. E qual è il cibo che meglio rappresenta queste due caratteristiche? Il gelato, ovviamente. Ma secondo alcuni esperti questo alimento non dovrebbe essere consumato del tutto. In pratica – se vogliamo godere di ottima salute – ci vediamo costretti a eliminare una delle parti più invitanti di tutto il prodotto: la punta del cono. Ecco perché.

Godi solo a metà?
È il caso di dirlo: se non si mangia il cono, il particolare la punta, si gode solo a metà. Nella parte terminale della maggior parte dei coni, infatti, si trova quel gustosissimo cioccolato. E seppur ha un gusto straordinario e rappresenta un finale entusiasmante, è pur vero che contiene ingredienti tutt’altro che nobili. Secondo il professor Bert Weckhuysen, chimico dell’Università di Utrecht, infatti, quel tipo di cioccolato contiene una notevole quantità di grassi deleteri per l’organismo.

Come mangiarsi una fetta di lardo?
Non proprio, in realtà il lardo sarebbe più benefico del cono gelato. Infatti, i grassi animali contengono acidi grassi saturi ma, come si può notare facilmente da un panetto di burro, se tenuto a temperatura ambiente in estate diventa semi-liquido. Al contrario, i lipidi che si trovano in questo genere di prodotti no. Il motivo è molto semplice: sono stati utilizzati grassi trans.

C’è grasso e grasso
Tutti sappiamo bene che non tutti i grassi sono da demonizzare. I grassi insaturi – come quelli presenti nell’olio extravergine di oliva, per esempio – sono formati da particolari catene che rendono il prodotto estremamente liquido anche se la temperatura ambiente non è elevata. La scienza ci dice che questo genere di grassi sono quelli che più fanno bene alla nostra salute. Tuttavia, esiste un piccolo trucco chimico per trasformare un grasso buono in uno cattivo: aggiungendo sostanze che alzano il punto di fusione. Ciò significa che il prodotto sarà fuso (ovvero liquido) a temperature nettamente più alte.

Catalisi
I tanto benefici grassi insaturi possono essere magicamente trasformati in grassi solidi grazie a un piccolo trucco, ovvero utilizzando una reazione di catalisi. In questa vengono aggiunte due sostanze: il nichelio e l’idrogeno. Et voilà! Grazie ai composti catalizzatori il grasso, magicamente, non si scioglierà più a temperatura ambiente. Infatti, se non ci sono 40 gradi all’ombra, tutti ci gustiamo la punta del cioccolato ancora bella solida. Quindi, per assaporare al meglio il nostro cioccolato, i produttori si vedono costretti a fare un concentrato di acidi grassi tutt’altro che salutari.

E’ comunque un prodotti industriale
Dobbiamo comunque tener presente che quando abbiamo a che fare con questo genere di coni, abbiamo anche a che fare con un prodotto industriale. E come tutti ben sappiamo, per ottenere un alimento che si altera poco nel tempo e che abbia più o meno sempre le stesse caratteristiche (come gusto, densità, forma ecc) necessita dell’aggiunta di ingredienti tutt’altro che salutari. Se noi prepariamo in casa un gelato usiamo pochissimo ingredienti: uova, latte, zucchero e poi ciò che conferirà il gusto vero e proprio: la pasta di nocciole, il cacao, la vaniglia, la pasta di pistacchio ecc. Ma se noi leggiamo con attenzione le etichette dei gelati confezionati notiamo che vi sono almeno altri dieci ingredienti. Generalmente nessuno di questi è benefico per la nostra salute. Quindi, è molto probabile che il problema non risieda solo nella punta del cono ma anche il tutto il resto del gelato. Perciò, se ogni tanto qualche peccato di gola è consentito, va sé che non bisogna eccedere e scegliere, di preferenza, i prodotti che siano il più possibile artigianali.

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