26 aprile 2024
Aggiornato 00:30
Pericolo zanzare

Ha uno strano gonfiore accanto agli occhi e alle labbra: i medici trovano qualcosa di inquietante sotto la sua pelle

Un fatto inquietante che può accadere a chiunque, specie se si viene a contatto con una zanzara. L'episodio riportato sul New England Journal of Medicine

Donna ha uno strano gonfiore sotto l'occhio ma è qualcosa di inquietante - Foto rappresentativa
Donna ha uno strano gonfiore sotto l'occhio ma è qualcosa di inquietante - Foto rappresentativa Foto: sruilk | Shutterstock Shutterstock

Ci sono volte in cui i fatti che accadono nella vita di tutti i giorni superano di gran lunga la nostra fantasia. Spesso neppure gli autori più prolifici riescono a partorire simili storie. Eppure, la realtà a volte ci propone qualcosa di incredibilmente insolito e inaspettato. Ed è proprio ciò che è accaduto a una donna Russa che ha assistito a un lieve gonfiore sotto il suo occhio, problema che inizialmente non faceva pensare a nulla di strano ma che dopo si è rilevato piuttosto inquietante. Ecco i dettagli della vicenda.

Un nodulo?
Difficile dire se si trattasse di gonfiore, di una pustola o cos’altro. Inizialmente il sintomo non destava più di tanti sospetti. La donna russa, infatti, ha cominciato a notare uno strano nodulo sotto l’occhio sinistro. Un po’ per scherzo e un po’ per gioco ha anche fatto un selfie allo scopo di documentare il fatto.

Qualcosa sta cambiando
Quello che ha incominciato a insospettirla è che questa strana formazione si stava muovendo. Ovvero, spariva in un posto per poi comparire in un altro. Dopo aver avuto l’insolito rigonfiamento sotto l’occhio sinistro ha inziato ad averlo sopra lo stesso occhio. È rimasto lì per un’altra settimana circa quando poi si è vista comparire un nodulo simile nel suo labbro.

Corsa dal medico
La situazione stava diventando tanto anomala quanto allarmante, per questo motivo la 32enne russa ha deciso di recarsi dal suo medico. Fu lui a notare che vi era un «nodulo oblungo che si muoveva superficialmente sulla palpebra superiore sinistra». Solo dopo varie analisi e accertamenti il personale sanitario riesce finalmente a risolvere il mistero e capisce di cosa si tratta.

Un’infezione?
A seguito di un approfondimento diagnostico i medici comprendono che sotto la cute della donna stava camminando un verme piuttosto lungo denominato Dirofilaria repens. Si tratta di un parassita filiforme che si trova con molta facilità nei cani e nei gatti e in altri mammiferi selvatici. L’infezione all’uomo non è impossibile ma è considerato un caso piuttosto raro.

Come è arrivato il verme sotto la sua pelle?
Questo nessuno può dirlo con certezza tuttavia, si sa che in alcuni casi le zanzare possono diventare il mezzo principale per la loro diffusione. La donna, infatti, ha raccontato di essere stata recentemente in alcune zone rurali fuori Mosca.

Il ciclo vitale del parassita
Il ciclo vitale è favorito dalle zanzare dele genere Aedes, Anopheles, Culex, Armigeres e Mansonoides ma in condizioni sperimentali le larve sono riuscite a svilupparsi anche nei  tafani e nei pappataci. L'ospite più tipico è il cane nel quale il parassita vive nel tessuto sottocutaneo. L'uomo, invece, è un ospite accidentale ma nonostante ciò sono stati segnalati numerosi casi anche in Italia.

Un aumento negli ultimi anni
Seppur si tratta di casi abbastanza rari, il dottor Vladimir Kartashev, professore di medicina all'Università medica statale di Rostov, ha asserito che negli ultimi vent’anni solo in Russia e Ucraina sono stati registrati più di 4.000 casi umani, con una crescita esponenziale proprio nell’ultimo periodo. Tra i sintomi più comuni rilevati dai pazienti c’è proprio la presenza di leggeri rigonfiamenti o grumi e la sensazione che qualcosa strisci sotto la pelle.

Le cure
Per fortuna, la cura è abbastanza semplice: si esegue un piccolo taglio chirurgico per rimuovere il verme dalla cute del paziente. In genere il recupero è piuttosto rapido anche perché sembra che il parassita non riesca a moltiplicarsi nell’organismo umano. Il caso è stato recentemente riportato sul New England Journal of Medicine