24 aprile 2024
Aggiornato 15:30
Pericolo disinformazione

Dottor Google, il miglior alleato dei genitori per la salute dei figli

L’80% dei genitori si informa su Google quando si tratta di salute dei figli, l’allarme dei pediatri e i grandi rischi delle fake news

Dottor Google
Dottor Google Foto: antb | shutterstock.com Shutterstock

ROMA –  Anche i genitori subiscono il fascino del Dottor Google. Dai dati emerge infatti che la maggioranza di questi, quando si tratta di salute dei propri figli, inizia a navigare sul web in cerca di informazioni, correndo tuttavia il serio rischio di incorrere nelle ormai famigerate fake news. «Ormai i dati sono chiari e recenti – ha dichiarato Alberto Giovanni Ugazio, direttore del Dipartimento di Medicina Pediatrica dell’Ospedale Bambino Gesù di Roma, durante il congresso di Pediatria della SIP – Più dell’80% degli italiani si rivolge al Dottor Google per avere informazioni sulla salute propria o dei propri figli. Ma il dato che più ci preoccupa come pediatri è che meno del 9% di questi pazienti, genitori di bambini, ne parla con il proprio medico».

Si faceva già prima
Anche se i dati oggi parlano appunto chiaro, in realtà Dottor Google era già famoso prima. Ricorrere alla Rete per cercare informazioni sulla salute è un qualcosa che è cresciuto di pari passo con la sempre maggiore diffusione di Internet nelle case e, oggi, su smartphone e tablet. A suo tempo anche il Censis aveva già sollevato la questione, facendo notare che sono 15 milioni gli italiani che cercano informazioni sul web – specie quando si tratta di piccoli disturbi. Solo che, secondo le stime, sono almeno 8,8 milioni gli italiani vittime di fake news nel corso dell’anno. Nello specifico, 3,5 milioni di genitori si sono imbattuti in indicazioni mediche sbagliate – mettendo a serio rischio la salute dei propri figli. Mentre sale al 36,9% il numero dei millennials che usano autonomamente il web per trovare informazioni su come curare i piccoli disturbi.

Non solo piccoli disturbi
Se la stragrande maggioranza cerca rimedi veloci per i piccoli disturbi, in realtà tutte le patologie passano sotto la lente di ingrandimento del noto motore di ricerca, «da quelle più frequenti a quelle più rare – sottolinea il prof. Ugazio – Noi, come Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma abbiamo il portale pediatrico più frequentato d’Europa. Nel 2017, ben 4 milioni e mezzo di visitatori lo hanno consultato. Le patologie rare, per esempio, sono molto visitate. Oggi la maggioranza degli italiani – continua Ugazio – si rivolge prima di tutto e soprattutto a Google per avere informazioni sulla salute».

Il pericolo che corre sul web: le fake news
Ma, come detto, cercando sul web c’è sempre il rischio di prendere per vere notizie che, invece, di vero hanno ben poco. E quando si tratta di salute, è sempre bene andarci con i piedi di piombo. «C’è il pericolo di incappare in informazioni erronee – avverte il prof. Ugazio – o per scarsa competenza di chi le ha scritte, o qualche volta sono erronee di proposito per indurre in errore chi le legge, o ancora per ragioni ideologiche o infine qualche volta per vile denaro». Navigando senza punti di riferimento, «è molto difficile difendersi, a meno che non si ristabilisca un’alleanza molto stretta tra medico e famiglia, bambino, ragazzo», fa notare ancora l’esperto.

Il ruolo fondamentale del pediatra
Anche se nulla vieta di cercare informazioni sul web, i genitori dovrebbero tenere a mente che il pediatra, quando si tratta di salute, è di fondamentale importanza, e il suo è un ruolo strategico anche per difendere le famiglie. «Il pediatra – continua Ugazio – deve via via assumere sempre di più un ruolo di counselor per i genitori. Non solo rispetto al mondo fisico, ma al mondo digitale. Deve poter dire ai genitori, senza mai ignorare questo problema, come purtroppo spesso oggi si fa, quali siti sono seri; quali lo sono meno, a quali si possono rivolgere con fiducia e quali invece sono curati da ciarlatani».

Non c’è formazione
Anche quando si tratta di fare affidamento sul medico, tuttavia c’è un lato della medaglia che non è positivo. Come fa notare il prof. Ugazio, «oggi nessun medico è formato per questo compito, che tra l’altro è stato molto rapido come insorgenza. Occorre una formazione che prepari il medico a dialogare con i pazienti, a dialogare con i genitori. Naturalmente si deve trattare di un dialogo diverso da quello che c’è stato in passato. Non più affermazioni direttive di chi sa, ma un dialogo basato sull’empatia e sull’autorevolezza. Autorevolezza ed empatia non devono mai entrare in contrasto tra di loro ma devono coinvolgere il genitore, convincerlo e far sì che nell’ambito di un dialogo i pericoli scompaiano o quanto meno siano minimi».

Le fake news più comuni
Quando si tratta di età pediatrica, le notizie false più diffuse «sono quelle sui vaccini – sottolinea Ugazio – Forse citarle è inutile. Abbiamo avuto anche l’interesse pediatrico per fake news su Stamina. Ci sono valanghe di fake news ogni giorno ed è impossibile fare un censimento. È più facile fare un censimento delle stelle – conclude Ugazio – che fare un censimento delle fake news».