29 marzo 2024
Aggiornato 08:00
Ricerca contro il cancro

Scoperto il gene che può fermare i tumori

Scienziati australiani scoprono l’alleato della famosa proteina p53 e, una volta attivato, può combattere il cancro velocemente

Scovato l'alleato del p53
Scovato l'alleato del p53 Foto: vchal | Shutterstock Shutterstock

I suoi scopritori – provenienti dall’Australia - lo ritengono una sorta di Sacro Graal della lotta contro il cancro. Una recente ricerca, infatti, sembra finalmente aver scovato un’arma segreta del famoso gene P53. Si tratta di un fattore di trascrizione noto anche con il nome di proteina tumorale. Il suo compito è quello di regolare ciclo cellulare e sopprimere i tumori. Tant’è vero che negli anni passati è stata anche ribattezza come «il guardiano del genoma», a causa della sua peculiarità di prevenzione delle mutazioni. In un organismo in cui tutto funziona correttamente, la p53 chiede l’eliminazione delle cellule che hanno errori oppure, quando possibile, le corregge. Ma in alcune persone questo non avviene e insorge la malattia, compreso il cancro. Tuttavia, un modo per ovviare al problema c’è, ecco di cosa si tratta.

Tumori e p53
La proteina p53, è ritenuta molto importante in campo oncologico perché si ritiene che oltre la metà delle masse cancerose sia legata a un suo malfunzionamento. Tuttavia, un team di scienziati provenienti dall'Istituto Walter ed Eliza Hall e dall'Università australiana di Melbourne, hanno scoperto che la p53 ha ancora un asso nella manica e può sviluppare un’alleanza con altre sequenze genetiche allo scopo di riparare il Dna.

Gli alleati più importanti
Secondo i dati ottenuti dal team di ricerca coordinato da Marco Herold e Ana Jani, uno degli alleati più vincenti sarebbe l’MLH1. Questo gene è stato infatti in grado di bloccare la progressione di alcuni linfomi e leucemie. Ma sembra che possano essere guariti più facilmente anche i tumori del pancreas e del colon. Inoltre, gli scienziati ritengono che conoscere questa possibile alleanza ci permette di migliorare anche la diagnosi, identificando con più probabilità le persone che sono a rischio di sviluppare particolari forme tumorali.

P53 e MLH1
Ciò che hanno scoperto i ricercatori è che il gene che ci protegge dal cancro, ovvero il p53, non funziona se manca il suo grande alleato: l’MLH1. Ma riattivando quest’ultimo il tumore si spegne piuttosto velocemente. Proprio per questo motivo Jani la considera una scoperta «entusiasmante e senza precedenti». Ciò significa che analizzando il genoma allo stadio inziale si può ottenere una diagnosi precoce e terapie specifiche.

Mutazioni e relative terapie
«Per esempio, se un linfoma ha una mutazione che disabilita la capacità del Dna di ripararsi, sarà opportuno evitare terapie che danneggino ulteriormente il Dna, come la chemioterapia, perché queste renderebbero il tumore più aggressivo», spiega Janic. Ora il prossimo passo dei ricercatori sarà quello di scovare altri geni alleati del p53 e stilare una sorta di mappa che aiuti a combattere la maggior parte delle forme tumorali esistenti.