18 aprile 2024
Aggiornato 03:00
Vaccino antinfluenzale universale

Essere pagati 3.500 dollari per farsi una vacanza all'Hotel Influenza: chi si offre?

Con l’intento di sviluppare un vaccino universale contro l’influenza, gli scienziati dell’Università di St. Louis pagano 3.500 dollari a chi vuole farsi una vacanza nell'Hotel Influenza

Hotel - immagine rappresentativa
Hotel - immagine rappresentativa Foto: Dragon Images | shutterstock.com Shutterstock

STATI UNITI – Chi vuole farsi una ‘vacanza’ ed essere anche pagato? A proporre la cosa è l’Università di Saint Louis che cerca dei volontari che abbiano voglia di passare 10 giorni all’Hotel Influenza appositamente approntato per cercare di sviluppare un vaccino universale contro l’influenza stagionale. I partecipanti che vorranno aderire al progetto, riceveranno un vaccino vero e un placebo e poi saranno esposti al virus dell’influenza. La necessità di un vaccino universale è sorta dopo l’ultima epidemia influenzale, la 2017-2018, che è stata particolarmente virulenta e letale in tutto il mondo.

La ‘vacanza’
A poter partecipare a questa sorta di vacanza pagata saranno 24 partecipanti, i quali potranno alloggiare in questo hotel appositamente predisposto e dotato di tutti i comfort. Denominato per l’occasione Hotel Influenza, è composto di 24 camere con tanto di letti moderni, poltrone in pelle, TV a schermo piatto, bagni privati, Internet e uno staff infermieristico 24 ore su 24.

I test
Come detto, i volontari saranno prima vaccinati o verrà loro dato un placebo (gruppo di controllo). Poi verranno esposti a diversi ceppi di virus influenzali, tra cui anche la variante H3N2, brutta protagonista della scorsa stagione influenzale. Secondo i ricercatori la nuova struttura alberghiera è la base ideale per lo sviluppo di una vaccinazione antinfluenzale universale, che il Governo degli Stati Uniti afferma essere una priorità per la salute pubblica.

La stagione peggiore
L’urgenza di trovare un vaccino universale è dettata proprio dalla virulenza della passata stagione, che è risultata la peggiore in quasi un decennio, in parte a causa della relativa inefficacia del vaccino dedicato che risultato proteggere soltanto nel 36% dei casi in generale e solo nel 25% dei casi efficace contro il ceppo H3N2 che è stato predominante e letale. Uno dei problemi è stato la mutazione del virus che si è verificata proprio durante lo sviluppo del vaccino. Ecco perché un vaccino universale, che tenga conto delle possibili mutazioni potrebbe risolvere il problema.

La sfida
A lanciare la sfida è dunque stata l’Università di St. Louis, che vuole essere tra le prime a poter sviluppare il vaccino universale. «Gli studi sulle sfide umane [human challenge] sono un modo per ottenere molte informazioni più rapidamente, con un minor numero di volontari e un costo inferiore rispetto a uno studio tradizionale sui vaccini», ha dichiarato il dottor Daniel Hoft, direttore del Centro per lo sviluppo dei vaccini della St Louis University (SLU). In questo nuovo modello di studio, basato sulle ‘sfide’, cambia il modo di fare ricerca. Come sottolinea Hoft, «vacciniamo le persone, quindi sfidiamo deliberatamente i loro corpi esponendoli all’influenza per vedere se si ammalano». Questo tipo di esperimenti è importante per le prime fasi della ricerca sui vaccini in quanto consentono agli scienziati di studiarne la sicurezza e l’efficacia più rapidamente e con costi relativamente bassi. «Sai quando sono esposti all’influenza, quindi puoi pianificare esattamente quando studiare. Non stai aspettando che la natura faccia il suo corso – conclude il dottor Hoft – Possiamo dare alle persone un vaccino e sfidarle con più di un virus, forse in momenti diversi, per accedere rapidamente alla reale ampiezza della protezione contro diversi ceppi di influenza. Questo è importante perché nessuno dei vaccini protegge attualmente da tutti i ceppi di influenza, che cambiano di anno in anno».