25 aprile 2024
Aggiornato 20:00
Malattia coronarica

Ha le arterie ostruite, salvato «in extremis» grazie alle onde d’urto

Un uomo di 81 in pericolo di vita e impossibilitato a mettere lo stent, viene salvato grazie a una procedura non invasiva: le onde d’urto

Le onde d'urto salvano un uomo con malattia coronarica
Le onde d'urto salvano un uomo con malattia coronarica Foto: Guschenkova | Shutterstock Shutterstock

E’ il primo caso in Italia e il metodo sembra aver avuto un grande successo. Stiamo parlando delle onde d’urto, ovvero delle onde ad altissima energia acustica che vengono generate da un tipo di strumento denominato litotritore. Grazie a questo le onde si propagano nei tessuti in sequenza rapida e ripetuta. E, nel caso di un uomo toscano affetto da coronarie ostruite, lo strumento ha permesso di salvare una vita permettendo nuovamente al cuore di svolgere il suo delicato – e essenziale – lavoro.

L’arrivo al pronto soccorso
Il paziente si era recato al pronto soccorso dell’ospedale Santo Stefano di Prato (Toscana) a causa di una sindrome coronarica acuta. La sua sofferenza cardiaca era quindi causata da un forte restringimento delle arterie. A un’analisi approfondita anche i medici non hanno potuto fare altro che constatare che vi era un elevato restringimento calcificato. Quest’ultimo non avrebbe potuto permettere l’inserimento e l’espansione del classico stent, ovvero della rete metallica tipicamente utilizzata per riparare le arterie.

L’unica soluzione: le onde d’urto
Impossibilitati a inserire lo stent, i medici hanno optato per le onde d’urto allo scopo di ridurre l’ostruzione coronarica. Le onde sono state diffuse nell’arteria grazie a un palloncino coronarico appositamente studiato. E il metodo sembra aver funzionato molto bene perché ha frammentato le calcificazioni della parete arteriosa in modo da poter inserire successivamente lo stent.

Il primo caso in Italia
Questo è il primo caso in Italia in cui sono state utilizzate delle onde d’urto allo scopo di liberare le coronarie ostruite e permettere al cuore di funzionare correttamente. L’intervento, eseguito con successo, è stato effettuato nel Laboratorio di emodinamica della Cardiologia dell’ospedale Santo Stefano di Prato, diretta da Francesco Bellandi. «Le condizioni del paziente di 81 anni sono buone, dopo l’intervento è ritornato nel Reparto di Cardiologia ringraziando i medici. Siamo particolarmente soddisfatti. E’ il primo caso in Italia: questa tipologia di trattamento non era mai stata effettuata dopo una recentissima applicazione di stent coronarico. Abbiamo evitato al paziente un intervento di cardiochirurgia», conclude il responsabile del Laboratorio di emodinamica, Mauro Maioli.

Cos’è la malattia coronarica?
Le arterie coronarie sono i vasi che hanno il compito di portare il sangue ricco di ossigeno al cuore. Il livello di ossigenazione è molto importante per il muscolo cardiaco perché deve sostenere un lavoro importate: si deve contrarre mediamente centomila volte al giorno allo scopo di far circolare nell’organismo umano 10.000 litri di sangue. Tuttavia, se i vasi coronarici sono ristretti a causa dell’aterosclerosi, il cuore non riesce più a ricevere un sufficiente apporto di ossigeno e sostanze nutritive. Ciò determina, con molta facilità, un’angina pectoris caratterizzata da dolore, bruciore o senso di costrizione retrosternale durante uno sforzo fisico. Tale condizione va curata in breve tempo altrimenti vi è un altissimo rischio di incappare in un infarto, insufficienza cardiaca o aritmie.

I fattori di rischio della malattia coronarica
Livelli di colesterolo
alterati. Ciò significa che si può assistere a livelli alti di colesterolo LDL (a volte chiamato colesterolo "cattivo") o bassi di colesterolo HDL (a volte chiamato colesterolo "buono").

Ipertensione. La pressione arteriosa è considerata alta se rimane uguale o superiore a 140/90 mmHg nel tempo. Se si soffre di diabete o malattia renale cronica, l'ipertensione arteriosa è definita come 130/80 mmHg o superiore.

Fumo. Il fumo può danneggiare e restringere i vasi sanguigni, portare a livelli di colesterolo elevati e aumentare la pressione sanguigna. Inoltre, il fumo può limitare la quantità di ossigeno che raggiunge i tessuti del corpo.

Insulino-resistenza. Questa condizione si verifica quando il corpo non può utilizzare correttamente l’insulina. Quest’ultimo è un ormone che aiuta a spostare lo zucchero nel sangue nelle cellule in cui viene utilizzato a scopi energetici. La resistenza all'insulina può portare al diabete.

Diabete. Con questa malattia il livello di zucchero nel sangue del corpo è troppo alto perché non vengono prodotte quantità sufficienti di insulina o non viene utilizzata correttamente.

Sovrappeso o obesità. I termini "sovrappeso" e "obesità" si riferiscono al peso corporeo maggiore di quello considerato sano per una determinata altezza.

La sindrome metabolica. La sindrome metabolica è il nome di un gruppo di fattori di rischio che aumenta il rischio di malattia coronarica e di altri problemi di salute, come il diabete e l'ictus.

La sedentarietà. Essere fisicamente inattivi può peggiorare altri fattori di rischio per CHD (malattia coronarica), come i livelli di colesterolo nel sangue, l'ipertensione, il diabete e il sovrappeso o l'obesità.

Dieta malsana. Una dieta non salutare può aumentare il rischio di CHD. Gli alimenti ad alto contenuto di grassi saturi e trans, colesterolo, sodio e zucchero possono peggiorare altri fattori di rischio per la CHD.

Età avanzata. I fattori genetici o di stile di vita errati possono portare all'accumulo di placca nelle arterie con l'avanzare dell'età. Negli uomini, il rischio di cardiopatia coronarica aumenta a partire dai 45 anni. Nelle donne il rischio di cardiopatia coronarica aumenta a partire da 55 anni.

Una storia familiare di cardiopatia coronarica precoce è un fattore di rischio per lo sviluppo di una malattia coronarica, in particolare se un padre o un fratello viene diagnosticato prima dei 55 anni, o una madre o una sorella viene diagnosticata prima dei 65 anni.

Sebbene l'età avanzata e una storia familiare di malattie cardiache precoci siano fattori di rischio, ciò non significa che si svilupperà con certezza la malattia coronarica. Il controllo di altri fattori di rischio spesso può ridurre le influenze genetiche e aiutare a prevenire la malattia coronarica, anche negli anziani.

Fonti scientifiche

[1] Coronary Heart Disease, also known as Coronary Artery Disease - U.S. Department of Health & Human Services - NIH