Un uovo di gallina permetterà le cure personalizzate per i pazienti affetti da cancro
Scienziati scoprono un metodo semplice per offrire cure personalizzate ai pazienti grazie a un uovo di gallina
Lo hanno definito l’uovo di colombo contro i tumori. Ed effettivamente è proprio un uovo quello che, probabilmente, ci salverà dal cancro grazie allo sviluppo di cure personalizzate cucite a misura di paziente. L’uovo utilizzato, però, sarà quello di gallina e fungerà come una sorta di incubatore per far crescere le cellule tumorali di una persona affetta da cancro. Ecco l’innovazione ideata da un team internazionale di ricercatori che ha pubblicato recentemente i risultati ottenuti su Scientific Reports.
Cure anti-cancro per ogni singolo paziente
Le cure contro il cancro – specie quelle più innovative come l’immunoterapia e la tecnica CAR-T cell – funzionano su molti pazienti. Non su tutti però. Il motivo? Ogni persona è diversa esattamente come il cancro che vive dentro di lui. Quest’ultimo, infatti, può essere soggetto a una serie incredibile di mutazioni genetiche. L’unico modo per scardinarlo totalmente, quindi, è conoscere i suoi punti deboli. Ed è proprio questa l’intenzione di alcuni scienziati: prelevare le cellule da un paziente, coltivarle in laboratorio e testare i rimedi davvero efficaci.
Sperimentazione dei farmaci
L’idea è venuta a un gruppo di ricerca dell'Università di Kyoto che si è avvalso della collaborazione di ricercatori provenienti da Stati Uniti, Francia e Arabia Saudita. Le loro sperimentazioni hanno incluso un semplice uovo di gallina che si è trasformato in un vero e proprio laboratorio in miniatura. Nel suo involucro, infatti, sono state coltivate le cellule tumorali prelevate direttamente dal paziente allo scopo di farle crescere rapidamente e testare i farmaci più efficaci.
La sperimentazione
Durante lo studio, gli scienziati sono riusciti a far crescere cellule umane di tumore all’ovaio direttamente nella membrana che avvolge l’embrione di un pollo di dieci giorni. La scelta è stata fatta perché in tali fasi, i nutrienti naturalmente presenti nell’uovo – uniti alle difese immunitarie incomplete – fa sì che il tumore riesca a proliferare in soli tre giorni. E tutti sappiamo quanto il tempo sia essenziale per curare al meglio una persona. «Fare lo stesso nel topo avrebbe richiesto settimane. Così possiamo usare questo modello per testare farmaci personalizzati nel giro di una settimana», ha dichiarato il professor Fuyuhiko Tamanoi.
Le navette dei farmaci
Dopo aver fatto crescere i tumori, gli scienziati hanno veicolato i farmaci grazie a delle speciali navette. Queste ultime sarebbero, in sintesi, delle nanoparticelle di silice biodegradabili della dimensione di 200 milionesimi di millimetro. Ognuna di questa è stata riempita con un noto anti-tumorale denominato doxorubicina (antibiotici antineoplastico). In seguito alla somministrazione le cellule tumorali sono morte senza causare alcun danno all’embrione di pollo. Ciò significa che le navette sono in grado di proteggere i tessuti sani. Infatti, somministrando il farmaco senza le nanoparticelle sono stati evidenziati gravissimi danni anche con piccole dosi. Insomma, stiamo percorrendo – finalmente – la strada per arrivare a cure più personalizzate per ogni paziente oncologico e, soprattutto, meno devastanti della chemioterapia somministrata per via endovenosa o tramite infusione continua.
- 04/01/2019 Padova, medici asportano un tumore al cuore senza aprire il torace. I dettagli dell’incredibile tecnica innovativa
- 14/12/2018 L’erba gatta ci salverà dal cancro?
- 10/12/2018 Ecco il test rivoluzionario che diagnosticherà ogni tipo di tumore
- 27/11/2018 Cancro e tumori, ogni anno 4 milioni di nuovi casi in Europa: imperativo ridurre i tempi per avere i farmaci innovativi