11 ottobre 2024
Aggiornato 05:00
Malattie neurodegenerative

Giornata mondiale della sclerosi multipla: le opportunità terapeutiche oggi

In occasione della Giornata, la Società Italiana di Neurologia (SIN) fa il punto sulle opportunità terapeutiche per la cura di questa patologia

Lotta alla sclerosi multipla
Lotta alla sclerosi multipla Foto: Chinnapong | shutterstock.com Shutterstock

ROMA – Le possibilità e le opportunità terapeutiche, ancora oggi, dipendono dalle fasi in cui si trova chi ha ottenuto una diagnosi di sclerosi multipla. Se ci sono buone notizie per la cura della fase iniziale infiammatoria della Sclerosi Multipla, risultano tuttavia ancora limitate le risorse terapeutiche per la fase progressiva della malattia, sebbene attualmente siano disponibili le prime terapie efficaci nel rallentare l’avanzamento della SM. E’ questa la fotografia delle opportunità terapeutiche per la lotta alla SM della Società Italiana di Neurologia (SIN) in occasione della Giornata Mondiale della Sclerosi Multipla che si celebra oggi.

I nuovi trattamenti
«Negli ultimi anni – spiega in una nota il prof. Gianluigi Mancardi, Presidente SIN e Direttore della Clinica Neurologica dell’Università di Genova – accanto alle terapie tradizionali di prima linea già disponibili da circa un ventennio, sono stati messi a punto numerosi nuovi farmaci molto efficaci anche se presentano effetti collaterali e problemi di sicurezza. Inoltre, si intravedono all’orizzonte interessanti prospettive: da terapie con meccanismi di azione innovativi, alla terapia mirata a colpire i linfociti B, fino alla terapia immunosoppressiva ad ampio spettro già usata nelle malattie ematologiche. Oggi un contributo importante arriva anche dalle associazioni di pazienti che collaborano attivamente ai progetti di ricerca affiancando la comunità scientifica nazionale ed europea».

La sclerosi multipla
La SM è una malattia cronica del sistema nervoso centrale che insorge in genere tra i 20 e i 40 anni d’età, con una maggiore frequenza nelle donne. In Italia interessa più di 100mila pazienti, con un forte impatto sulla propria vita personale e sociale. Si tratta di una disabilità rilevante, che spesso compare dopo alcuni anni di storia clinica di malattia e un lungo decorso che si prolunga per tutta la vita. I sintomi più comuni sono perdita di equilibrio, cattiva coordinazione, tremori, disturbi del linguaggio, vista sfocata.