20 aprile 2024
Aggiornato 13:30
In ricordo dei 40 anni

Roberto Fico: la legge Basaglia per tornare a essere «una persona»

Quarant'anni fa la Legge Basaglia e la chiusura dei manicomi. Fico: La segregazione cedeva il passo all'integrazione

Manicomio
Manicomio Foto: Alvaro German Vilela | shutterstock.com Shutterstock

ROMA – Una volta c’erano i manicomi, poi arrivò la Legge Basaglia e qualcosa cambiò. «Quarant’anni fa, grazie a una legge rivoluzionaria, gli ospedali psichiatrici venivano chiusi per essere sostituiti da un sistema articolato di assistenza territoriale. La segregazione cedeva il passo all’integrazione, la concezione repressiva a quella terapeutica, la violenza alla dignità della sofferenza, la contenzione fisica alla cogestione degli spazi comuni». Così Roberto Fico, presidente della Camera, ha ricordato in un lungo post su Facebook l'anniversario della riforma psichiatrica.

«A ispirare la legge 180 del 1978 - ha sottolineato - fu il pensiero e l’azione di Franco Basaglia, prima nel manicomio di Gorizia e poi in quello di Trieste. Basaglia considerava i manicomi uno strumento di inaudita violenza e soprattutto di esclusione sociale, dal momento che il disturbo mentale era considerato incompatibile con le esigenze di una società sempre più fondata sulla produttività. La sua decisione di chiudere il manicomio di Trieste, un anno prima dell’entrata in vigore della legge, arrivò a valle di un percorso rivoluzionario nell’approccio al disturbo mentale».

Un risultato dell’agire collettivo
«Le rivoluzioni culturali - ha osservato ancora Fico - non sono però mai il frutto dell’azione solitaria di un individuo. La legge Basaglia fu il risultato dell’agire di una collettività: le buone pratiche sperimentate dagli psichiatri - al Nord come al Sud, penso alla comunità terapeutica di Sergio Piro, a Napoli - il contributo degli infermieri e dei volontari, il sostegno degli amministratori locali, il racconto di fotografi, registi di cinema e di teatro. In quegli anni anche il servizio pubblico radiotelevisivo svolse un ruolo importante».

Tornare a essere ‘persona’
«Grazie a una potente energia collettiva, il paziente con disturbi mentali ritornava a essere 'persona', nel senso delineato dalla Costituzione, e riacquistava i suoi diritti. Oggi quella legge - ha scritto Roberto Fico - è considerata ancora un esempio unico in Europa, ma la sua attuazione ha mostrato troppe carenze che richiamano oggi la nostra attenzione e impongono al Parlamento una riflessione urgente».

Una Legge progressiva
«La 'legge Basaglia', infatti, era concepita - ha ricordato la terza carica dello Stato - come una legge 'progressiva', nel senso che affidava alle regioni, agli operatori, ai cittadini tutti, la grande responsabilità di attuare i principi di una rivoluzione culturale prima ancora che psichiatrica. Le eccellenze ci sono - Trieste, per esempio, continua a essere all’avanguardia nel mondo per i servizi psichiatrici - ma molti territori e molte città sono rimasti indietro. Oggi la legge è più efficace nelle regioni in cui ci sono le risorse sufficienti. Dove invece mancano risorse e personale, le famiglie sono sole ad affrontare le difficoltà, la prevenzione degli stati di crisi diventa difficile se non impossibile, e l’approccio inclusivo cede il passo a soluzione opposte».

«E questo perché il 'modello Basaglia' - ha scritto l'esponente del Movimento 5 stelle - è fatto di presenza umana, ascolto, rete di relazioni, percorsi terapeutici inclusivi. Se mancano le precondizioni istituzionali per realizzare questo, allora si riaffaccia il fantasma degli strumenti repressivi e delle pratiche tipicamente manicomiali: come la contenzione meccanica, purtroppo ancora oggi praticata».

«Ripartendo dalle iniziative avviate nella scorsa legislatura, siamo chiamati ad agire in più direzioni: potenziare i presidi territoriali destinando maggiori risorse per la cura della salute mentale, ridurre il divario regionale, prevenire i fattori di rischio, introdurre il divieto di qualsiasi forma di contenzione, ripensare le strutture residenziali affinché non siano mai più riprodotti modelli manicomiali, abbattere i ‘muri culturali’ che ancora esistono rispetto ai disturbi mentali. E' dall’individuo, dalle sue necessità e dalla sua sofferenza che dobbiamo ripartire».
Secondo Fico «lo spirito della legge 180 deve essere ripreso e finalmente applicato fino in fondo. E ci vuole anche la politica per tenere viva quella rivoluzione culturale, per non perdere quella visione progressiva dei diritti, affinché nessuno resti indietro».