24 marzo 2025
Aggiornato 18:30
Morbillo e vaccini

Morbillo: la malattia torna a far paura. 400 casi in 2 mesi

Il morbillo torna a far paura. E se grazie al decreto sull’obbligatorietà vaccinale molti bambini sono al sicuro, ora gli adulti sono quelli più a rischio

400 casi di morbillo nel 2018
400 casi di morbillo nel 2018 Foto: Romolo Tavani | Shutterstock Shutterstock

Una malattia esantematica che sembrava essere quasi scomparsa negli ultimi anni ma che, a seguito di un calo vaccinale è di nuovo alle porte e sta mietendo parecchie vittime in tutta Italia. La regione maggiormente interessata sembra essere la Sicilia con 200 contagi in soli due mesi. In totale, nella nostra penisola si contano 400 persone affette dalla malattia con decine di casi medio-gravi e ben quattro morti.

Pericolo per gli adulti
Al momento, le persone che rischiano maggiormente sono gli adulti. Se da un lato la campagna vaccinale ha ridotto vistosamente i casi tra i bambini, dall’altra i soggetti adulti sono sprovvisti di vaccino e, per questo motivo, notevolmente a rischio. I numeri forniti dall’ISS (dell’Istituto Superiore della Sanità) parlano di 411 casi dal 1 gennaio al 28 febbraio 2018, tutti soggetti con età media di 25 anni ad esclusione di 92 (bambini al di sotto dei 5 anni). Il decesso è avvenuto a seguito di insufficienza respiratoria che si è verificata in due soggetti (38 e 41 anni) e una polmonite in una donna giovane. Solo ieri è morto un bambino di 10 mesi – sempre in Sicilia – perché era troppo piccolo per essere vaccinato dal morbillo. Il contagio pare essere avvenuto da un adulto.

Una campagna anche per gli adulti?
La campagna vaccinale sembra aver protetto molti bambini piccoli ma non ha tenuto presente il pericolo che correvano gli adulti. «In effetti la campagna legata alla legge sui vaccini ha sensibilizzato la popolazione sulla necessità di proteggere i più piccoli – spiega Gianni Rezza, direttore del dipartimento di epidemiologia dell’Istituto Superiore di Sanità – ma forse è arrivato meno un altro concetto, altrettanto importante: anche gli adulti si possono vaccinare gratuitamente, ed è bene che lo facciano soprattutto in casi a rischio, per la presenza di altre patologie o se immunocompressi».

Le complicanze del morbillo
Il rischio maggiore si ha quando il morbillo non ha un decorso semplice ma il paziente incappa in complicanze più o meno severe. I casi riportati nei primi due mesi del 2018, per esempio, si riferiscono a: diarrea (17,8%), polmonite (10%), insufficienza respiratoria (18 casi su 411), stomatiti (90 casi) ed epatite (34 casi). Il morbillo, quindi, potrebbe essere persino più pericoloso per un adulto che per un bambino.

Una coda dell’epidemia
Alla fine del 2017, sembrava che il morbillo stesse pian piano scomparendo, invece, ora pare che i casi siano nuovamente in aumento. «Evidentemente c’è una coda dell’epidemia del 2017 nei mesi scorsi avevamo assistito a un numero di casi superiore in altre regioni, dalla Lombardia al Lazio, ora l’epidemia si è spostata in Sicilia», continua Rezza. Purtroppo il problema, come sempre, sembra essere causato dalla mancanza di vaccinazioni. «I dati sulle coperture vaccinali saranno pronti nel giro di due settimane ma per ora possiamo dire che le coperture sono aumentate dopo la legge Lorenzin, ma l’anno scorso erano molto basse, quindi è prevedibile che ancora qualche focolaio come quello siciliano si sviluppi ancora». Non a caso, proprio a Catania, la copertuta vaccinale si aggira intorno all’85%, ovvero dieci punti sotto rispetto alla quota di sicurezza.

Dati positivi
Tutto sommato, però, l’Italia non è messa così male e se molti bambini ora possono vivere sonni tranquilli è grazie al decreto sull’obbligatorietà vaccinale. «Sicuramente il trend è positivo segno che la legge funziona. L’obiettivo non era colpevolizzare i genitori, ma alzare le coperture vaccinali per la tutela della salute di tutti», conclude Rezza. Tuttavia, ricordiamo che ancora 30mila bambini non possiedono la copertura vaccinale, ma che il Lazio sembra essere stata la regione più disciplinata d’Italia con il 97% di bambini in regola.