Uva da tavola contaminata con insetticida Metomil, allarme dall'UE
E' stata scoperta un'alta concentrazione del veleno Metomil che può provocare gravi e seri danni alla salute. I sintomi da avvelenamento da Metomil

ROMA – Non passa giorno ormai che non si sappia di un qualche cibo contaminato da questo o quell'altro. Il peggio, poi, è quando si tratta di insetticidi – come per esempio nell'ormai famoso caso delle uova al Fipronil. Ora però tocca a un altro veleno, il Metomil. A dare l'allarme è la stessa Unione Europea e riguarda la presenza in elevate concentrazioni di questo insetticida nell'uva da tavola.
L'uva 'aliena'
A essere stata incriminata è un'uva 'aliena', ossia straniera. D'altronde è sempre più massiccia la presenza nei mercati di frutta 'a buon mercato' proveniente dall'estero. In questo caso si tratterebbe di uva proveniente dal Perù. A riportare e avvisare i consumatori di non acquistarla e mangiarla è stato l'Istituto per la Salute dei consumatori italiano che ha riscontrato la presenza di questo insetticida a livelli tali da rappresentare «un serio rischio per la salute». La notifica del problema – spiega Giovanni D'Agata dello Sportello dei Diritti – al sistema di allerta rapido europeo (RASFF) della Commissione Europea, con tanto di pubblicazione di una black list degli alimenti contaminati, su segnalazione del Ministero della Salute italiano è stata pubblicata ieri 15 marzo sul sito europeo di RASSF (0705.2018).
Ritirata dal commercio
Non si hanno notizie certe, tuttavia l'uva contaminata è probabile sia già stata oggetto di richiamo o ritiro dal commercio. Ma, allo stesso tempo, è altrettanto probabile che qualche consumatore l'abbia acquistata, per cui c'è il rischio che la mangi – con possibili conseguenze negative.
Il rischio
L'elevata presenza di Metomil, riscontrata nell'uva è considerata tale risultare tossica per gli esseri umani. Questo insetticida, lo ricordiamo, è stato ritenuto pericoloso proprio dell'Environmnental Protection Agency (EPA) che lo ha classificato come insetticida carbammato designato come un uso limitato di pesticidi (RUP). «Altamente tossico – spiega Giovanni D'Agata – è un solido cristallino idrosolubile che emana un odore solforoso. Dalla fine del 1960, la sostanza è stata utilizzata come pesticida sulle colture ortofrutticole commerciali, nonché prodotti immagazzinati. La sua applicazione come insetticida è altamente efficace contro un'ampia varietà di parassiti, in particolare quelli che sono resistenti ai pesticidi organofosforici».
L'uso e cos'è
«Inizialmente – prosegue D'Agata – Dupont Metomil registrato con l'EPA per l'uso come insetticida per crisantemi coltivate commercialmente nel 1968. Tuttavia, il suo utilizzo presto è stato utilizzato per proteggere il bestiame e anche immobili commerciali da parassiti. Da quel momento, è stato usato per trattare la produzione commerciale di lattuga, rabarbaro, asparagi, carciofi e melograni negli Stati Uniti. Mentre ci sono stati molto pochi gli studi clinici condotti per determinare i potenziali effetti negativi di Metomil sulla salute umana. Metomil è facilmente assorbito attraverso la pelle e per inalazione di particelle fini. Il suo meccanismo d'azione è quello di inibire colinesterasi, un enzima prodotto dal fegato che regola il funzionamento del sistema nervoso».
I sintomi
«I sintomi rivelatori di tossicità di questo percorso – avverte d'Agata – sono movimenti incontrollati dei muscoli, spasmi, convulsioni ecc. L'insetticida è anche assorbito attraverso il tratto intestinale. Infatti, l'ingestione di questa sostanza equivale a un veleno ad azione rapida in esseri umani e animali. La sua potenza è tale che pochi milligrammi, ingeriti da un cane, si rivelano letali in breve tempo. Con un bicchiere di Methomyl si fanno fuori un centinaio di cani, gatti, faine o rapaci, se si è abili a confezionare la polpetta. Il metabolismo del Metomil avviene per idrolisi prima che degrada in anidride carbonica e sottoprodotti acetonitrile. Per i lavoratori che entrano in contatto con questo insetticida, è necessario indossare indumenti protettivi, guanti e occhiali, nonché respirare attraverso un respiratore organico-vapore. Inquieta davvero vedere come i prodotti incriminati siano di largo consumo sulle nostre tavole. Diventa fondamentale, allora, tracciarli e identificarli ovunque si celino. Una battaglia, la piena tracciabilità di ogni ingrediente per garantire al massimo la tutela del consumatore e per raggiungere questo obiettivo è importante lavorare sempre di più anche su un fronte cruciale come quello della tracciabilità e dell'etichettatura. È un lavoro in linea con la promozione del modello agricolo italiano che fa della sostenibilità una pratica quotidiana e che vede l'Italia all'avanguardia nella riduzione dei fitofarmaci e nel contenimento delle emissioni di gas serra».
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