23 aprile 2024
Aggiornato 10:00
Malnutrizione e cancro

Attenzione alla perdita di peso, anche il 5% può indicare la presenza di un cancro

Uno studio italiano rivela che oltre il 50% dei pazienti oncologici è malnutrito già alla prima visita. Secondo gli esperti il 5% di perdita di peso è un indicatore allarmante

Perdere peso potrebbe indicare la presenza di un cancro
Perdere peso potrebbe indicare la presenza di un cancro Foto: Shutterstock

ROMA – E' bene fare molta attenzione al proprio peso. Ma, in questo caso, non si parla di sovrappeso o obesità, ma del contrario. Se si perde infatti almeno il 5% del proprio peso si deve sospettare la presenza di un cancro. In particolare, di cancro al polmone, allo stomaco, al pancreas, al colon, all'esofago, di testa-collo e alla mammella – o seno.

L'impatto della malnutrizione
Secondo le stime degli esperti, almeno il 15% della totalità dei pazienti è a rischio di malnutrizione. Più in generale in ospedale e nelle RSA un paziente su 3 è malnutrito o a rischio di malnutrizione e ancora più grave un paziente oncologico su 5 muore per questa causa, pari a circa mezzo milione di persone. Tutto ciò è quanto emerge da uno studio italiano che, per la prima volta, ha messo a fuoco lo status nutrizionale di quasi 2.000 pazienti italiani in occasione della prima visita oncologica in 22 unità di oncologia nazionali.  Si sono svelati dati e retroscena inediti per ciò che riguarda i tipi di cancro che influenzano la malnutrizione con perdita di peso e scarso apporto di nutrienti essenziali.

I primi segni del cancro
Lo studio 'PreMiO', acronimo di Prevalence of Malnutrition in Oncology, è stato pubblicato sulla prestigiosa rivista Oncotarget e ha mostrato in maniera incontrovertibile che malnutrizione, anoressia, perdita di appetito e di peso sono comuni nei pazienti con cancro sin dalle prime fasi di malattia, e rilevabili già alla prima visita oncologica. Del campione preso in esame il 51,1% mostrava un grado di compromissione nutrizionale variabile, di questi il 42,4% era a rischio di malnutrizione e il 9% era già francamente malnutrito. La perdita di peso involontaria è un indicatore, una red flag di un alterato bilancio energetico, riscontrata nel 65% dei pazienti esaminati in occasione della prima visita oncologica: il 28,4% aveva perso più del 10% del proprio peso.

La perdita di appetito
«Ai pazienti abbiamo chiesto di compilare due questionari per la valutazione dell’anoressia che hanno attestato una perdita di appetito tra il 41% e il 44,5% dei pazienti. Tra i motivi della perdita di appetito ci sono la sazietà precoce per il 69% dei soggetti, il cambiamento del gusto per il 40,3%, nausea o vomito per il 31,9%, rifiuto e avversione per il sapore della carne (28,9%) e disturbi dell’olfatto per il 16,8%» spiega il Professor Maurizio Muscaritoli, Direttore UOC di Medicina Interna e Nutrizione Clinica presso Umberto I, Policlinico di Roma e coordinatore dello Studio PreMiO.

C'è il rischio di cachessia
La ricerca ha svelato l’esistenza di un insospettabile numero di soggetti a rischio di cachessia, una condizione che si manifesta con una massiva perdita di peso e di tessuto muscolare. Più del 70% di quelli con cancro allo stomaco o al pancreas, più del 60% di quelli con diagnosi di tumore a fegato e colon retto, più del 40% di quelli con cancro di testa-collo e forme genitourinarie mostravano indice di massa corporea e perdita di peso compatibili con la diagnosi di cachessia neoplastica.

Quando la malnutrizione in oncologia diviene un fenomeno mondiale
«L’alta prevalenza della malnutrizione e le sue conseguenze negative non sono adeguatamente prese in considerazione nella maggior parte delle unità di oncologia, in Italia come nel resto del mondo – sottolinea il prof. Paolo Marchetti , Direttore dell’UOC di Oncologia dell’Ospedale Sant’Andrea di Roma – Eppure studi condotti in diversi paesi come Germania, Francia, Spagna e Brasile hanno riportato percentuali di malnutrizione variabili tra il 25% e il 70% e in oncologia essa è più  frequente rispetto a tutte le altre patologie. Se non trattata la perdita di peso, di muscolo o di nutrienti può avere serie conseguenze: i soggetti con cancro del colon retto tollerano un numero inferiore di cicli di chemioterapia il che può comprometterne i risultati, i pazienti con perdita della massa muscolare manifestano più spesso gli effetti tossici dei trattamenti, oppure riferiscono una peggiore della qualità della vita».

Non è un effetto collaterale inevitabile
«La malnutrizione – prosegue Muscaritoli – non può e non deve essere più considerata un effetto collaterale ineluttabile della malattia, bensì un fenomeno prevenibile e reversibile a patto che l’intervento sia tempestivo e diventi parte integrante delle cure oncologiche. Le conseguenze della perdita di peso hanno un impatto pesante: aumenta la tossicità indotta da radio e chemio sulle cellule sane e rende quelle tumorali più resistenti al trattamento. Mentre l'indebolimento delle difese immunitarie, aumenta la frequenza dei ricoveri e peggiora la prognosi con un aumento della mortalità. Il 20% dei pazienti oncologici infatti non supera la malattia proprio a causa delle gravi conseguenze della malnutrizione. La ricerca ha messo a fuoco, come la lente di un microscopio, i tumori in cui il fenomeno si presenta con maggiore frequenza: stomaco, esofago, pancreas, testa-collo e polmone, mentre le donne con tumore al seno sono quelle meno soggette a malnutrizione. L’importanza di questo studio è quella di rappresentare il pezzo mancante di un puzzle complesso come la presa in carico del malato con cancro».

La nutrizione come parte integrante delle cure
«La valutazione e l’intervento nutrizionale devono diventare parte integrante delle cure oncologiche, con una stretta sinergia tra le specialità – aggiunge Marchetti – Si tratta infatti di una condizione evitabile o prevenibile con protocolli che prevedono una dieta adeguata, la somministrazione di supplementi nutrizionali orali o integratori sino alla nutrizione enterale o parenterale quando necessario per ristabilire l’equilibrio dei nutrienti necessari e permette il recupero del peso».

Ottimismo
C’è fermento e ottimismo nel mondo della Nutrizione Clinica: Negli ultimi mesi, diversi passi avanti sono stati fatti per migliorare la cura di pazienti con problemi di malnutrizione. La legge sul biotestamento: prevede che la nutrizione e l’idratazione artificiali sono considerati trattamenti sanitari in quanto prevedono la somministrazione di nutrienti attraverso dispositivi medici, di supporti prescritti dal medico. E il 14 dicembre 2017, tramite un Accordo Stato-Regioni, sono state approvate le Linee di indirizzo sui percorsi nutrizionali nei pazienti oncologici, elaborate da un gruppo di lavoro multidisciplinare di cui hanno fatto parte rappresentanti del Ministero della Salute, di aziende sanitarie, di Università ed esponenti di società scientifiche di settore. Infine, con la Legge di Bilancio 2018 gli alimenti a fini medici speciali possono usufruire della detrazione del 19% esattamente come accade per prodotti sanitari, dispositivi medici, farmaci in fascia A prescritti su ricetta bianca e quelli in Fascia C prescritti con ricetta medica ma non rimborsati.
«Cominciamo finalmente a raccogliere i frutti di quanto abbiamo pazientemente seminato negli ultimi anni – conclude Muscaritoli – La Nutrizione Clinica sta finalmente dimostrando le sue grandi potenzialità e la sua capacità di contenere i costi in un sistema sanitario sempre più a corto di risorse da mettere a disposizione dei pazienti».